Forlì. Parco Foreste Casentinesi, superate le presenze del 2019

Un’estate arida dominata da incendi che stanno bruciando numerosi ettari di vegetazione, proteggere un bene patrimonio Unesco come il Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna diventa un imperativo. Per questo quest’anno l’ente Parco è corso ai ripari adottando misure speciali a salvaguardia dei 36 ettari di faggi e abeti bianchi che si estendono tra Romagna e Toscana. In particolare, lo ha fatto con un provvedimento in cui si vieta l’accensione di ogni tipo di fuoco, barbecue compresi, per evitare che una piccola favilla diventi la miccia per qualcosa di più disastroso. A spiegare gli effetti del cambiamento climatico è il presidente dell’ente Parco, Luca Santini.

Quali effetti si sono riscontrati a seguito di questa estate particolarmente calda e con pochissime piogge?

«Qui ci sono foreste ormai “mature, le quali hanno subito meno la siccità. Gli alberi si aiutano tra loro ed essendo esemplari che hanno diversi anni e sono piuttosto alto, sotto la volta della chioma ci sono temperature inferiori di 10-15 gradi rispetto a luoghi soleggiati come possono essere le praterie. Ora le piogge dei giorni scorsi hanno dato alla foresta un po’ di respiro e il tempo per recuperare».

In questa torrida estate, però, sono state registrate temperature più alte rispetto al solito anche in quota.

«Vero. Questa, a mio avviso, non sarà l’ultima e l’unica estate particolare ma ce ne attenderanno altre. Siamo dentro ad un cambiamento climatico che nel giro di anni ci porterà a conoscerne gli effetti. Credo che tutto ciò porterà a uno spostamento delle specie forestali. In altre parole, abeti, faggi e castagni si troveranno sempre di più in quote molto più elevate. Questo avverrà con i tempi della foresta, ovvero tra un centinaio di anni».

Dato il caldo torrido, in tanti hanno cercato il fresco all’ombra della foresta. Il turismo è in crescita?

«Per noi il numero delle presenze è legato ai pernottamenti. Contiamo di chiudere il 2022 con oltre 500mila pernottamenti distribuiti tra gli 11 Comuni de Parco. Dati che tornano a salire e superare quelli del 2019 che sono stati 475mila. Una leggera flessione si è registrata nel 2020 e nel 2021 a seguito degli effetti della pandemia, solo l’anno scorso però i pernottamenti sono stati complessivamente 460mila. A ciò si aggiungono i tanti visitatori che magari non soggiornano, questo per il caldo che ha caratterizzato questa estate 2022 e per il colpo di coda legato alla pandemia: il covid ha fatto apprezzare alle persone la voglia di stare all’aperto, in spazi liberi e a contatto con la natura».

Come è il visitatore o il frequentatore de Parco? Si tratta di turisti attenti?

«Nei grandi numeri ci sta anche quella minima parte di irresponsabili. Devo dire che molto più della maggioranza sono visitatori rispettosi, attenti che hanno un approccio consapevole nei confronti della natura. Chi entra nella foresta è a conoscenza de fatto che si troverà di fronte albero che hanno anche 500 anni di vita».

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