Forlì, niente accordo sul regolamento di Polizia locale

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La Polizia locale da inizio gennaio è tornata sotto la gestione diretta del Comune di Forlì e deve dotarsi di un nuovo regolamento. Su questo, però, l’accordo politico è lontanissimo, praticamente irraggiungibile, ed è stato evidente nel corso della seduta di commissione consiliare che doveva esaminare il testo prima della sua approvazione in Consiglio fissata per lunedì. Data nella quale si andrà regolarmente al voto, ma dopo un ulteriore approfondimento tra i consiglieri, venerdì. Lo scopo sarebbe quello di trovare un’intesa su eventuali migliorie al dispositivo, ma tra le modifiche anticipate ieri anche da forze di maggioranza come Centrodestra per Forlì, quelle del centrosinistra riguardano la scelta politica a monte della riorganizzazione e un accordo è irraggiungibile.

Al centro dello scontro, la decisione di non dotare subito il Corpo di un nuovo comandante, bensì di andarlo a selezionare solo nel 2023 dividendo per ora le funzioni tra quelle amministrative al vice segretario generale dell’ente, Michele Pini e quelle operative al vice comandante (confermato) Andrea Gualtieri.

In questo clima, venerdì è impossibile una sintesi. Al massimo si cercherà di capire quali e quante delle 10 modifiche proposte da Francesco Lasaponara (Centrodestra per Forlì) potranno essere accolte. Alcune non sono minimali. «Il regolamento non dettaglia obblighi, doveri e funzioni delle posizioni organizzative e non accoglie il Decreto Minniti sulla possibilità di Daspo urbano – afferma Lasaponara –. Inoltre non recepisce la possibilità di chiedere l’esenzione da servizi notturni ed esterni a partire dai 52 e 58 anni e non disciplina gli scatti economici del personale che, per legge, sono previsti ogni 2 anni e, da noi, avvengono ogni 10. Vanno anche aumentati incentivi e gratifiche di servizio, specie per le attività di pronto intervento». C’è poi una richiesta particolare. Non tanto quella di «dare agli agenti pistole Calibro 9 a canna corta al posto di quelle, obsolete, ora in dotazione», ma quella che vuole coniugare «decoro della divisa e della persona». Lasaponara chiede che il regolamento ponga attenzione nelle future assunzioni «a chi abbia tatuaggi o piercing nelle parti del corpo scoperte dall’uniforme come viso, collo e avambraccio».

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