Mentre mercoledì sera è arrivata la notizia della liberazione di Patrick Zaki – lo studente dell’Università di Bologna condannato a 3 anni di reclusione in Egitto, graziato dal presidente –, il concerto di Radio Bruno Estate in piazza Saffi è diventato l’occasione per consegnare la maglietta a sostegno della petizione per Zaki al cantante Diodato. «Mi stavo incamminando verso il palco dove gli artisti si sarebbero esibiti – racconta Moreno Zoli del movimento Forlì si slega-verso il 2024, gruppo a livello locale nato da una costola delle Sardine –. Erano in corso le prove per lo spettacolo, avevo un appuntamento con Antonio Diodato per consegnargli la maglietta della petizione per la cittadinanza italiana ed europea a Patrick Zaki. A suo tempo, infatti, il cantante lanciò un tweet a sostegno della nostra petizione, accompagnato dall’hashtag #facciamorumoreperpatrick e ispirato alla sua canzone vincitrice di Sanremo. L’appuntamento concordato da tempo, casualmente capita il giorno dopo la condanna definitiva per Patrick, quindi potete immaginare lo stato d’animo. Essendo tra i promotori della petizione con l’associazione Station to Station ed avendo girato in questi anni in Italia ed Europa per perorare questa causa, i pensieri non erano proprio positivi. Ma le cose poi cambiano in pochi minuti e arriva la notizia della grazia ed i pensieri si accavallano improvvisamente».
Ed è qui che per Zoli parte la riflessione. «Mi rendo conto che qualcosa stona. Stona il fatto che puntualmente l’aquilone di Patrick Zaki non sia stato esposto dal balcone comunale in segno di solidarietà, cosa fatta in moltissimi Municipi italiani e che a Forlì, probabilmente, non sarà esposto nemmeno in segno di felicità in questa occasione». Eppure nel 2021 l’aquilone fu donato al Comune. «Il sindaco, con la foto di rito, disse che quel simbolo sarebbe stato esposto nelle scuole forlivesi a rotazione per perorare la causa dei diritti umani, cosa mai avvenuta – ricorda Zoli –. Questa amministrazione è la stessa che prima mette la sagoma di Patrick in Consiglio comunale agli occhi dei fotografi, ma nega poi la richiesta di consegnare la cittadinanza forlivese allo studente dell’Università di Bologna proposta dalle opposizioni. Non funziona così la solidarietà sulle cause civili. L’aquilone, con quello che significa, è di proprietà del sindaco e non devono essere i cittadini o le associazioni a ricordare di esporlo. Non bastano foto se poi ad esse non seguono i fatti». E.V.