Forlì, messe concentrate e termosifoni spenti: la diocesi pronta al risparmio energetico

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«E’ inutile negarlo, siamo in apprensione». Anche a Forlì-Bertinoro, come in altre diocesi dell’Emilia Romagna, si comincia a valutare la necessità di contenere i consumi nella sempre più probabile prospettiva del caro energia, conseguente alla diminuzione del combustibile a disposizione nel Paese. Per ora girano solo voci e non è stato ancora deciso nulla, ma c’è già il parroco che ha preventivato che ridurrà la temperatura in chiesa e in canonica, chi non accenderà nemmeno il riscaldamento, altri che abbasseranno le luci e inviteranno i fedeli a coprirsi di più nel corso delle celebrazioni. Com’è probabile che verranno lanciate richieste di aiuto in chiesa, previa convocazione del consiglio parrocchiale o di quello per gli affari economici, per cercare di affrontare comunitariamente la problematica. Si cercherà di concentrare l’attività religiosa o catechetica in alcuni luoghi e comunque in ambienti più piccoli, provando ad utilizzare la cappella feriale, se esistente, o predisponendo locali idonei.
«Ne abbiamo già un po’ parlato – dichiara il vicario generale diocesano Enrico Casadei Garofani – anche se ogni comunità valuterà come regolarsi in rapporto alla propria logistica. Non saranno emanate norme diocesane, ma forme di comportamento che rientrano nella comune gestione di una famiglia, ad esempio tenere accese meno luci e per meno tempo».


A Forlì-Bertinoro sono alcune decine le chiese officiate regolarmente. «Proveremo a ragionare per vicariati – continua don Casadei – o meglio ancora per territori e in particolare per unità pastorali, che sono più di 20». Ad esempio, nel centro storico di Forlì che ha molte chiese e pochi fedeli, sarà più facile concentrare i riti in una o al massimo due luoghi. Diverso è il discorso del forese, che si può diversificare per territori di campagna e collinari. Se nei primi si può ragionare per unità pastorali, quasi tutte raggruppanti più chiese abbastanza vicine fra loro, per la collina si andrà per capoluoghi o centri abitati più importanti. Alcune chiese di Forlì sono già attrezzate con contesti più piccoli ove celebrare la messa nei giorni feriali, vedi San Giovanni Evangelista in via Angeloni, o la parrocchia della Pianta, in via Tripoli, con don Felice Brognoli che sta già usando da tempo la stanza solitamente data alle riunioni del consiglio parrocchiale.
A San Mercuriale, ora chiusa per il restauro della pavimentazione dell’aula centrale, una volta riaperta al culto potrebbe essere utilizzata la sola cappella feriale. In Duomo, già da anni nei mesi invernali si usa spostare le funzioni meno importanti nella cappella di San Valeriano, a ridosso del presbiterio, autonoma rispetto al resto della chiesa madre dei forlivesi, andando così a sostituire la cappella della Madonna del Fuoco utilizzata tutto l’anno per la messa mattutina e la recita del rosario pomeridiano. Non sarà solo una questione di risparmio: non è infatti escluso che alcune comunità cristiane possano decidere di devolvere quanto risparmiato in chiesa, alle famiglie più bisognose del territorio.

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