Forlì, la Uil: "Potenziare i servizi per gli anziani"

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Se la pandemia è stata un dramma globale dal quale, ancora, non si può dire d’essere usciti, il suo flagello ha colpito drammaticamente soprattutto la popolazione anziana e il tema di come i servizi socio-assistenziali debbano loro stessi uscire potenziati e rinnovati dal tunnel del Covid-19 proprio a maggiore tutela della “terza età” è il tema che la Uil forlivese propone dando vita mercoledì a un dibattito in piazza Morgagni (dalle 19) al quale presenzieranno l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini e il segretario regionale del sindacato, Giuliano Zignani. A moderare, il giornalista di Teleromagna, Pier Giorgio Valbonetti.

«È tempo di ragionare su pregi e difetti di un sistema ed è tempo di programmare per andare oltre le toppe messe in fase d’emergenza cercando di attuare soluzioni strutturali – spiega il segretario forlivese Enrico Imolesi -. Le politiche socio-sanitarie, le cure assistenziali, non possono essere considerate di serie B».

I nodi da sciogliere sono numerosi, a partire dal personale delle strutture residenziali come spiega Massimo Monti, segretario di Uil-Fpl. «Adesso le Oss sul mercato sono tornate ad essere reperibili, ma per il personale infermieristico, il reclutamento giusto e importante che stanno facendo le Ausl ha creato nelle Cra e Rsa una carenza drammatica e l’ha resa strutturale. Una soluzione è difficile, ma va trovata, ad esempio migliorando le condizioni di lavoro e uniformando gli inquadramenti con il settore pubblico visto che la professionalità è la stessa. Non possono esservi 5 tipi di contratto diversi ed eliminare il vincolo dell’esclusività può essere solo una risposta parziale».

Altra criticità è l’organizzazione delle Residenze e non meno lo sono i loro costi. «I posti accreditati sono scesi da 820 a 740 nel comprensorio, mentre la medicina di territorio con le Case della Salute non viene adeguatamente sviluppata in Romagna – sospira il segretario della Uil Pensionati, Auro Bulgarelli –. Bisogna incentivarle e investire sulle cure domiciliari dando assegni di cura alle famiglie più sostanziosi di quelli attuali che, con i loro 6 euro giornalieri, sono inadeguati».


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