Forlì, la T.r. Turoni: "La guerra toglie parte del fatturato"

Le conseguenze della guerra scoppiata in Ucraina rischiano di ripercuotersi negativamente anche sull’export forlivese. Questo accadrà, non solo, per l’effetto indiretto legato all’aumento dei costi dell’energia, della logistica, dei materiali. È con questo contesto complesso che la T.r.Turoni srl di Forlì oggi si trova a dover fare i conti. «Siamo un piccola realtà che conta 5 dipendenti e che si occupa di strumenti scientifici per l’agricoltura – dice lo stesso Enrico Turoni -. Siamo piccoli ma molto internazionalizzati, esportiamo il 60% dei nostri prodotti in 50 paesi del mondo. Negli ultimi 4-5 anni, lo abbiamo fatto sempre di più in Russia dove la voce ortofrutta è stata molto importante per lo sviluppo dell’agroalimentare. Ora siamo fermi a causa degli scenari che si stanno verificando e temiamo una contrazione della domanda. In altre parole ci aspettiamo una frenata, vale a dire che sempre meno clienti russi, o quasi nulla, compreranno da noi perchè il processo di sviluppo, di conseguenza, si arresterà». Tra conflitto e sanzioni alla Russia sarà importante e significativo l’impatto sulle piccole imprese, come è la realtà tutta forlivese di via Copernico. «All’orizzonte, sempre per effetto della guerra, temiamo anche ulteriori rallentamenti delle vendite – prosegue Turoni -. Specialmente da quei Paesi che si riforniscono da noi e a loro volta esportano verso la Russia. Un mercato molto importante per una realtà come la nostra». Se da un lato l’export italiano verso la Russia rappresenta un significativo tassello per l’economia del Paese, altrettanto lo è anche per il sistema economico del territorio. «Il problema sarà sicuramente generalizzato – conclude Turoni-, ma per la T.r.Turoni srl vuol dire che dovrà fare a meno di una buona fetta del fatturato proveniente dall’estero. In tal senso, dovremmo cercare una soluzione per resistere a questa situazione. Indubbiamente proveremo a sopperire questa mancanza andando a compensare con altri mercati, anche se tutto ciò a catena si rifletterà anche sugli altri Paesi».

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