Forlì. La storia di Giacomo, senza casa da due mesi: "L’alluvione mi ha fatto capire che possiamo vivere con molto meno"

L’alluvione gli ha invaso casa e distrutto ogni ricordo che conteneva, ma non gli ha portato via la forza e la voglia di ricominciare nonostante tutto. Giacomo Pretolesi, 39enne radiologo di professione e fotografo per passione, a distanza di due mesi dalla terribile esondazione del 16 maggio scorso non è ancora potuto rientrare a casa sua, in zona San Benedetto. È tornato in quella degli anziani genitori, alluvionati a loro volta, anche per aiutarli a ritornare alla normalità. Da 9 anni viveva in una casa che si sviluppa tra il piano terra e quello interrato, in una zona di nuova urbanizzazione nel quartiere San Benedetto. Torniamo alla notte in cui le vite di molti cittadini forlivesi vengono stravolte: sono circa le 20 di sera quando Giacomo capisce che in casa non è al sicuro. «Sono scappato dai miei vicini scavalcando la recinzione confinante e sono rimasto lì fino alla mattina quando ci hanno evacuato con il gommone della Croce rossa», racconta. Il fango e l’acqua invadono l’abitazione inghiottendo ogni cosa. «Quando l’ho comprata era nuova, avevo finito di sistemarla da qualche anno – continua –. Pensavo che potesse essere una soluzione definitiva, l’avevo curata». Il sogno realizzato di aver costruito, con sacrifici e passione, il proprio “nido” è stato spazzato via in pochi minuti. «L’acqua ha riempito tutta la taverna fino ad arrivare a metà del piano terra – dice –. In tutto erano circa 3 metri». Dopo l’iniziale avvilimento, Giacomo si rimbocca le maniche anche grazie all’aiuto di tanti amici armati di pala e solidarietà. «Abbiamo pulito entrambe le case, sia la mia che quella dei miei genitori dove adesso assaporiamo quasi la normalità. Casa mia adesso è completamente sgombera e le pareti sono tutte bagnate». I mobili sono andati tutti persi così come i ricordi di una vita. «Ho buttato via tutto, mi è rimasto pochissimo – continua –. Facendo anche il fotografo ho perso 20 anni di foto perché tutti gli hard disk erano in un mobile che è caduto». Ancora non ha in mano una stima dei danni ma, più o meno dovrebbero aggirarsi attorno ai 50mila euro. «Ho fatto da solo tutti i lavori che potevo fare e ora sto cercando di valutare come muovermi. All’inizio avevo pensato di vendere tutto mentre adesso penso a sistemare, rimettere a posto e ricominciare. Bisogna reagire e avere la consapevolezza che, probabilmente, questa esperienza ti porterà ad affrontare e a vedere le cose diversamente. L’alluvione – spiega – mi ha fatto capire che possiamo vivere con molto meno: è il rovescio della medaglia, speriamo che quello che abbiamo vissuto ci insegni almeno qualcosa». Come tanti cittadini colpiti dall’alluvione, anche Giacomo ha lanciato una raccolta fondi sulla piattaforma “Go fund me” e lanciato anche un progetto fotografico. «Ho pensato di ricominciare per l’ennesima volta nella mia vita dalla fotografia decidendo di lanciare un tour di ritratti fotografici volto a raccogliere fondi per la ripartenza post alluvione. In cambio di una offerta libera, lascio la stampa della foto con una dedica particolare».