Forlì. La Russia blocca 4 opere per la mostra sulla "Maddalena"

Forlì

La tragedia in Ucraina segna pesantemente tutti gli ambiti e anche quello della cultura. Alla grande mostra “Maddalena. Il mistero e l’immagine” che verrà inaugurata ai Musei San Domenico di Forlì il 26 marzo, sarebbero dovute arrivare infatti quattro opere dal Museo dell’Ermitage, grazie agli ottimi rapporti che da anni il curatore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Gianfranco Brunelli, intrattiene con la direzione della grande istituzione di San Pietroburgo. Ma come è stata richiesta la restituzione delle opere prestate per le mostre a Palazzo Reale e alle Gallerie d’Italia a Milano, così il diktat del Ministero della Cultura della Federazione Russa impedirà l’arrivo a Forlì dei quattro capolavori, fra cui “Maddalena penitente” di Antonio Canova e “Maddalena nella grotta” di Joseph Jules Lefebvre.


Misure per l’accoglienza

Sono 90 gli ucraini arrivati a Forlì, di questi circa una quarantina sono minori. Numeri che potrebbero cambiare nel giro dei prossimi giorni, ma al momento il Comune non ha ricevuto nuove segnalazioni di ingressi. Una mappatura di una situazione in costante evoluzione e proprio per la necessità di tarare le risposte alle dimensioni effettive dell’emergenza umanitaria, l’amministrazione ha incontrato di nuovo, ieri, la Prefettura per far fronte all’eventualità di allargare la rete dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas), attualmente saturi. «Ci è stata confermata la volontà della Prefettura di pubblicare una manifestazione di interesse per la ricerca di ulteriori strutture – spiega l’assessora alle politiche sociali, Rosaria Tassinari –. Non solo, è stata coinvolta anche la Protezione Civile per vedere se c’è a Forlì la possibilità di ospitare i profughi in arrivo in alloggi più grandi, come ad esempio possono essere gli alberghi». Allo stato attuale i cittadini ucraini arrivati in città, soprattutto donne e bambini, hanno trovato ospitalità dai propri connazionali o nei loro nuclei familiari di provenienza dal momento che la comunità ucraina a Forlì conta 700 persone. «Nel frattempo, abbiamo messo a disposizione anche 6 alloggi per coloro che ancora erano in una situazione di precarietà - prosegue l’assessora -. A ciò va aggiunto che è in programma un altro incontro con il Prefetto perché abbiamo vagliato la disponibilità di ulteriori 60 posti nel Forlivese per fare accoglienza che, però, sono da mettere a sistema. Questo alla luce del fatto che una soluzione andrà individuata dal momento che il flusso umanitario proveniente dall’Ucraina potrebbe aumentare in qualsiasi momento». Lo stesso Comune, inoltre, sta muovendo i primi passi anche per l’inserimento scolastico dei bambini ucraini. «Siamo ancora in una fase di censimento, dopo di che gli elenchi dovranno essere inviati alla Prefettura e alla questura per poi essere presi in carico dalla pediatria di comunità, fortunatamente l’Ucraina ha un sistema di vaccinazioni molto simile al nostro – dice l’assessora alle politiche educative, Paola Casara -. Fino ad ora i minori arrivati sono ospiti di famiglie ucraine residenti a Forlì, qualche contatto a titolo informativo c’è già stato ma si tratta di pochi bambini. In previsione di quello che dovrebbe essere il flusso di profughi in arrivo, lunedì è fissato l’incontro con i dirigenti scolastici dei nostri istituti comprensivi così da darci tutti la stessa linea e garantire l’inserimento scolastico». Il Comune ha attivato un numero di telefono per l’accoglienza: 334.9413550.

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