Forlì, la Regione sulla cava di Magliano: "Trasferirla entro il 2025"

Quella della Cava di Magliano è una vicenda che ha destato l'interesse di tante associazioni e cittadini, oggi la Regione inverte la rotta cambiando le carte in tavola. Facciamo un passo indietro. Dal luglio scorso è luglio scattato il cronometro per dare il via al trasferimento dell' impianto di lavorazione inerti che ora si trova all'interno del sito di interesse comunitario (Sic) “I meandri” a Magliano. Significa, quindi, che il Comune avrà tempo fino al luglio 2030 per procedere allo spostamento in quel di Vecchiazzano, ovvero 9 anni più 15 mesi come previsto dalla convenzione con il privato e dal nuovo piano estrattivo. Questo almeno fino a qualche giorno fa. «Il 1 agosto scorso, come Forlì e Co, abbiamo fatto una segnalazione alla Regione dal momento che l'area in questione è un sic – spiega il consigliere Giorgio Calderoni –. Non solo, è stato interpellato in ottobre anche il difensore civico regionale e proprio a fine dicembre è arrivata la prescrizione: la Regione impone il trasferimento dell'attività di Magliano entro il 30 aprile 2025. Si tratta di un primo successo». Ma cosa accadrà effettivamente d'ora in poi, l'ente di via Aldo Moro ha messo definitivamente fine a questa intricata vicenda? «Ora bisogna raccordare il tutto con gli atti che spettano al Comune – precisa il consigliere di Forlì e Co –. Si tratta di una prescrizione, la stessa Regione ha trasmesso la valutazione di incidenza ad Arpae che ha tempo 30 giorni per rilasciare l'autorizzazione. Inoltre, la Regione precisa anche l'area in questione, una volta avvenuto il trasferimento dell'attività da Magliano, deve essere ripristinata e risanata.


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