Forlì. L'Ebe del Canova non si sposta e verrà restaurata

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«Si può dire che l’opera può essere movimentata all’interno del museo con grande cautela e previo miglioramento del basamento, ma non può essere prestata e spostata altrove onde evitare di provocare danni». Questo, in estrema sintesi, il frutto dell’indagine di monitoraggio che il Comune ha avviato per valutare lo stato conservativo dell’Ebe, la statua di Antonio Canova realizzata tra il 1816-17 su incarico della contessa Veronica Zauli Naldi, vedova del conte forlivese Giovanni Guarini, e diventata di proprietà comunale nel 1887 per 60mila lire. L’opera, attualmente ospitata nei musei civici San Domenico, è stata oggetto di nuove indagini diagnostiche. «Si è trattato di un’operazione complessa durata due anni che si inserisce in un quadro ben più esteso di restaurazione programmatica – spiega il dirigente alla cultura, Stefano Benetti –. Oltre alla scultura del Canova, infatti, sono finite sotto la lente di ingrandimento oltre 300 opere del patrimonio artistico della città al fine di valutarne il loro stato di salute. Conoscere significa anticipare situazioni di degrado». Il monitoraggio sull’Ebe è stato affidato alla ditta di “Restauro Aconerre snc” sotto la guida esperta di Marilena Anzani e Alfiero Rabbolini. «Siamo partiti dal chiederci quale fosse lo stato di salute della scultura – dice Anzani –. Il monitoraggio è partito con lo studio della documentazione storica esistente e con l’analisi dei risultati delle precedenti campagne diagnostiche. La scultura è stata indagata secondo la stessa metodologia per porsi in continuità. Da ciò è emerso, rispetto al 2010, che per quanto riguarda la crepa lungo la schiena non ci sono stati cambiamenti mentre per quanto riguarda il piede destro sono in corso approfondimenti».

(L'articolo completo sul Corriere Romagna in oggi in edicola)

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