Forlì, l'australiano John Butler al teatro Fabbri

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Torna in Romagna John Butler, al teatro Fabbri di Forlì questa sera, prima tappa del tour europeo, in un concerto organizzato da Retropoplive, gli stessi che lo portarono nella rassegna “Acieloaperto” tre anni fa. Questa volta, però, il cantautore australiano sarà per la prima volta in Europa senza la sua band storica: il John Butler Trio, con cui si presenta da oltre vent’anni. Nonostante il suo ultimo album “Home” sia ormai di cinque anni fa, Butler ha comunque un solido seguito di fan in tutto il mondo.

Butler, Come cambia il suo concerto in questa versione “solo”, più intima e senza la band?

«È comunque eccitante per me, anche se un po’ strano. Non è la prima volta che mi presento da solo davanti al pubblico, ma è la prima volta in Europa, anche in paesi di cui non conosco la lingua come l’Italia, e questa è una difficoltà in più».

I cartelloni pubblicitari annunciano la presenza della cantautrice australiana Elana Stone: sarete insieme sul palco?

«Elana è un’amica, e in passato ha prestato la sua voce come corista per il John Butler Trio, ma in questo caso il mio è un “solo”. Lei farà l’apertura del concerto, a sua volta in un assolo».

Ci può anticipare qualcosa del suo set?

«Suonerò un po’ di brani del mio repertorio passato col trio, naturalmente adattati a un assolo, con maggior attenzione per quelli del mio album più recente. Cercherò di dare un suono completo alle canzoni, usando voce, chitarre e diverse percussioni. Posso assicurare che ci sarà dinamica e passione, e anche molti stili differenti, come d’abitudine nei miei dischi col trio».

A proposito di stili, lei è nato in Usa e cresciuto in Australia, ma artisticamente i generi cui fa riferimento sono molto americani, come folk, country, blues e musica afroamericana: crede che esista una “via australiana” nel suo modo di comporre e suonare?

«Credo che ogni nazione abbia una sua specificità, ma, parlando dell’Australia, la situazione è piuttosto particolare, perché in questo paese e continente convivono due linee culturali ed etniche: quella più antica dei nativi, e quella molto giovane dei colonizzatori. Riguardo quest’ultima, di cui faccio parte, è molto difficile non essere influenzati dalla musica e dalla cultura anglosassone, in particolare dal rock’n’roll; a volte provo ad inserire qualche elemento della tradizione australiana, ma è molto difficile».

Dal 2018 non ha più inciso nuovo materiale: il suo ultimo disco “Home” avrà un seguito a breve? Sta lavorando a qualcosa di nuovo, che magari ci farà ascoltare in questo tour?

«Sto registrando nuove canzoni per il prossimo album proprio prima di partire per il tour, ma sarà un disco con molti ospiti e collaborazioni, quindi è molto difficile riproporre dal vivo questo materiale, soprattutto essendo solo sul palco. Per questo motivo preferisco concentrarmi sui brani che il pubblico conosce già».

Lei è da anni un attivista per la pace, la protezione dell’ambiente e l’armonia globale: in questi tempi così difficili questi temi entreranno anche nei suoi concerti?

«Nei paesi in cui avrò di fronte un pubblico che non conosce bene l’inglese, non conoscendo bene a mia volta la lingua locale, non voglio affrontare temi così delicati con il rischio di fare arrivare messaggi non completamente chiari».

Biglietti a 34.50 e 40.25 euro. www.retropoplive.it

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