Un anniversario da non dimenticare, specie adesso che i testimoni diretti, coloro che hanno vissuto quegli anni, per ovvi limiti di età non sempre possono essere presenti. La festa della Liberazione di oggi è un appuntamento che segna indelebilmente la storia dell’Italia. «Lo dico spesso e lo ripeto, l’importanza si spiega con le parole di Arrigo Boldrini (partigiano e politico, ndr): abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c’era, per chi non c’era e anche per chi era contro… – dice Lodovico Zanetti, presidente dell’Anpi Forlì – per cui è una data da ricordare perché è un giorno di tutti e spiace che ci sia sempre qualcuno che continua a pensare che il 25 aprile sia divisivo. Più gente viene in piazza e più contento sono». Un anniversario che per la prima volta quest’anno dovrà fare a meno delle parole del partigiano Sergio Giammarchi, recentemente scomparso. «Non solo un’assenza pesante – riprende Zanetti – io la sento particolarmente anche dal punto di vista personale. Sergio è stato un amico e una persona alla quale sono legatissimo tuttora, tra l’altro la sua storia è stato il punto di riferimento per il concorso che facciamo tutti gli anni con le scuole, quest’anno dedicato a lui». Quelle nuove generazioni che dovranno in futuro tenere vivo il ricordo del 25 aprile. «Credo che ci sia un buon coinvolgimento dei giovani, anche vedendo la risposta che ha avuto il concorso. Serve sempre più, proprio perché non ci sono più i testimoni come Giammarchi che spesso andava nelle scuole, che si faccia promozione e cultura della resistenza. Noi cercheremo di sostituire degnamente Sergio. Il problema sarà essere all’altezza dell’eredità che ci ha lasciato”.

Forlì, l’Anpi celebra la Liberazione
