Forlì. L'addio di Simona Vietina a Coraggio Italia: "Un esperimento fallimentare"

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Simona Vietina lascia Coraggio Italia ed entra nel gruppo misto. La deputata e sindaca di Tredozio è delusa e dopo un anno considera fallito il progetto del gruppo politico guidato da Brugnaro. «Quando in un partito non c'è una linea, una discussione sui temi politici nazionali e non sai entro quali limiti ci si muove nel tuo stesso partito e quando succede che deputati dello stesso gruppo portano avanti idee diverse, vuol dire che qualcosa non funziona. I presupposti erano diversi da quelle che poi si sono rivelate le azioni del presidente Brugnaro – spiega Vietina – volevamo fare una politica territoriale e io pensavo di fare quella politica capillare e territoriale proprio per dare risposte vere, poi mi sono resa conto che in realtà non si dava nessuna risposta. Io non cerco una sedia, ho degli obiettivi e provo ad ottenere dei risultati, ora cercherò di dare il mio contributo nel gruppo misto a farò quello che richiede il mio territorio. Continuerò a impegnarmi per il mio territorio, per le aree interne, per i comuni montani troppo spesso dimenticati, per una scuola più giusta e che valorizzi insegnanti e studenti». Insomma, la linea di Coraggio Italia non è quella che si aspettava Vietina: «Preferisco stare da sola nel misto e lavorare per il mio territorio e vedere se in futuro ci saranno le condizioni per continuare a fare politica». Simona Vietina era delusa già da un po’ ma non voleva danneggiare il centrodestra alle elezioni: «Ho atteso il termine della tornata elettorale delle amministrative per non danneggiare il centrodestra, area in cui mi riconosco per storia, valori e percorso politico: ora, tuttavia, posso annunciare la mia scelta di lasciare il gruppo e il partito di Coraggio Italia. Il fallimento del progetto è evidente: Coraggio Italia non ha saputo radicarsi nel territorio, complice la mancata volontà del presidente Brugnaro di prendere posizioni precise sui temi più discussi della politica italiana. Ma senza una linea di partito, ogni deputato finisce per rappresentare solo se stesso, con scivoloni e sbavature da parte di chi, penso agli ex M5S, non può condividere i miei valori e la mia linea di sindaco civico, moderato, liberale, europeista e atlantista. Dopo un anno credo che sia un atto di onestà riconoscere che questo partito ha fallito – conclude Vietina – Serve, oggi più che mai, una politica che sia dei cittadini e non dei gruppi parlamentari, che non sia dominata da equilibri da mantenere, tatticismi e attendismo».

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