Forlì. Il sindaco Zattini: "Un 2022 difficile ma anche positivo. E adesso pensiamo ad aiutare il commercio in centro"

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Centro da rilanciare, cantieri aperti, Pnrr, aiuti alle imprese, coalizione da allargare in vista della ricandidatura. Sono alcuni dei temi toccati dal sindaco Gian Luca Zattini nella tradizionale intervista di fine anno.

Signor sindaco, Forlì che anno si lascia alle spalle?

«Un anno complicato, ma che ha avuto anche tante note positive che credo vadano apprezzate. A partire dai tanti progetti: uno dei riscontri che ha la gente è che non si sono mai visti tanti cantieri in città. Mi vengono in mente due cose a cui sono molto legato: l’acquisto dell’Eridania, che credo che possa rappresentare qualcosa di importantissimo per il futuro di Forlì, e l’acquisto dell’Hotel della Città, altro contenitore in totale abbandono e dimenticanza da parte di tutti che è negli obiettivi dell’Amministrazione riportare all’antico splendore anche con la vocazione originale che era quella di un luogo di aggregazione e vicinanza al mondo della cultura dell’istruzione, quindi con l’idea di farne uno studentato per la nostra università. E vorrei ricordare una cosa che ci ha posto all’attenzione nazionale dell’art bonus, cioè aver ottenuto da un’importante azienda del territorio come Conad un contributo di 2 milioni di euro per le politiche culturali del Comune. Poi che sia stato un anno complicato non si può negare: dal colpo di coda della pandemia, la guerra con tutti i risvolti che sono sotto gli occhi di tutti, l’aumento dei costi, l’inflazione. Tutte cose che hanno pesato e pesano sulle nostre famiglie e sulla comunità».

L’ex Eridania è sempre stato pallino dell’amministrazione. Tempistiche e progetti?

«Per adesso di certo c’è che lo abbiamo comprato, a condizioni straordinarie perchè se penso che qualche anno fa era sul mercato a 16 milioni di euro averla presa a poco più di 800mila euro è stata una grande cosa e questo era l’obiettivo primario. Ci sono due aspetti: uno riguardo i 160mila metri quadrati di verde che rimarranno un grande parco; l’altro sarà come utilizzare gli edifici e soprattutto la sede principale che è gigantesca. Con calma valuteremo che destino dare al tutto».

Tanti cantieri sono legati ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Com’è la situazione per Forlì?

«Il Pnrr rimane una grandissima opportunità. Noi abbiamo intercettato circa 100 milioni di euro di finanziamenti, quindi una cifra imponente alla quale abbiamo aggiunto mezzi nostri per compensare l’aumento di costi che si è avuto. Ci sono tempi stretti e tutte le incognite possibili, ma è un appuntamento talmente importante che sicuramente non mancheremo di onorare al meglio».

Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte a una pandemia e a una guerra, come è cambiato il modo di amministrare un Comune?

«Dirigere un Comune è sempre uguale. Certo nessuno si sarebbe aspettato che dopo pochi mesi dall’insediamento ci comparisse una pandemia che di fatto ha rallentato e a volte bloccato alcuni progetti per due anni. Certamente sono cose che hanno inciso fortemente sulle nostre famiglie: un’inflazione sopra il 10% per le famiglie vuol dire che uno stipendio è scomparso. L’aumento delle bollette che si è avuto fino ad adesso ha portato a una riduzione della capacità di spesa delle famiglie notevolissima. Anche le imprese hanno affrontato tanti problemi: abbiamo aziende del territorio che, se non ci saranno notizie importanti dall’evoluzione dei costi energetici, potrebbero rivedere in maniera importante i loro piani».

Il caro bollette ha inciso anche sulla vita scolastica, non ultima la decisione di tenere chiuse le scuole il 7 gennaio e tornare sui banchi il 9.

«È stata anche una questione di buon senso. Aprire il sabato per poi richiudere la domenica, essendo arrivati dal periodo delle vacanze natalizie, non mi sembrava opportuno sia per un fatto economico ma anche per la gestione delle nostre famiglie».

Il centro storico resta un tema caldo.

«Il nostro centro soffre, come tutti i centri di Italia, una crisi importante del commercio. Il centro è legato alle dinamiche della rete commerciale, della possibilità di avere vetrine luccicanti, aperte. Accanto a questo Forlì sconta una politica abitativa residenziale a mio avviso non particolarmente lungimirante negli anni, che ha portato a considerare e valutare il centro meno attrattivo che le periferia. Modificare questa concezione è un percorso che richiede generazioni, non anni. Il centro è un tema sul quale stiamo ragionando: l’idea iniziale di intervenire in maniera importante sulla ridefinizione di alcuni parametri è stata bloccata dalla pandemia. Devo dire che c’è qualcosa che potevamo fare meglio. Eataly? So che ci stanno ragionando, hanno affidato lo studio a professionisti, credo che abbiano individuato il percorso che porterà alla riapertura, però non mi permetto di interferire con il nostro partner ideale che è sempre la Fondazione Cassa dei Risparmi. Come Comune vorremmo dare un sostegno alla rete commerciale, perchè senza quella non si può pensare al rilancio del centro storico, il cui primo protagonista comunque è il singolo cittadino che deve tornare a viverlo».

Sul clima il Tavolo delle associazioni ambientaliste ha mosso più di una critica. Si poteva fare di più?

«Io sono soddisfatto. Questo è un tema che qualsiasi cosa si faccia si viene contestati. Noi ci siamo mossi bene, avuto riconoscimenti e vinto premi per la gestione dei rifiuti, per le piste ciclabili, per la vivibilità della città».

Cosa si aspetta il sindaco di Forlì dal 2023?

«Di portare a casa tanti progetti, sarà l’anno del Pnrr, non ci sono dubbi. Questo ci impegnerà nella stragrande maggioranza delle nostre energie. Sarà il punto centrale. Poi puntiamo sempre di più a vedere Forlì come città universitaria, abbiamo tanti temi in ballo con l’Ateneo e non solo per Medicina. Ancora, sarà l’anno del Polo aeronautico, altro tema che dovrebbe dare un impulso notevole sia dal punto di vista della cultura e della ricerca, sia dal punto di vista economico per le ricadute sulle aziende del territorio».

Conferma che si ricandiderà come aveva anticipato?

«Sicuramente, oltretutto ho avuto l’adesione all’idea da parte di tutte le componenti della mia Amministrazione e mi piacerebbe allargare la coalizione a chi ha un’idea civica e in continuità con quello che si è fatto in questi anni e alla vicinanza ai temi della gente. L’obiettivo di un sindaco deve essere prima di tutto tenere unita la propria città, evitare le divisioni. Se su questi temi troveremo una compagnie più ampia ben venga».

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