Forlì, il rientro dei prof no vax

La fine dello stato di emergenza e il progressivo allentamento delle misure di contenimento comportano il reintegro dei lavoratori “sospesi”, compreso quello degli insegnanti che però non possono fare lezione ai propri studenti. In provincia di Forlì-Cesena si parla di un numero stimato che si aggira attorno al 2% su un totale di 178mila occupati. In questa percentuale, però, non rientrano i lavoratori delle categorie il cui obbligo vaccinale è previsto fino al 15 giugno, come nel caso dei professori.

In sostanza i docenti non vaccinati, secondo il decreto riaperture, possono tornare a scuola ma con 36 ore di altra mansione. In altre parole non possono entrare in classe e fare lezione. «Secondo una nota di chiarimento diramata dal ministero – spiega una dirigente scolastica di un istituto comprensivo forlivese che preferisce mantenere l’anonimato -, gli insegnanti che tornano a scuola possono svolgere, ad esempio, un servizio di supporto per il funzionamento della biblioteca, per l’organizzazione dei laboratori o mansioni di sostegno per l’attività amministrativa. Questo è quanto prevede il contratto collettivo nazionale e secondo questo regime siamo chiamati ad organizzare il lavoro».

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