Forlì. Il quartiere Romiti invaso dai rifiuti - Gallery

«I Romiti sono in ginocchio, se non si interviene subito con una raccolta capillare dei rifiuti nelle strade secondarie e nei condomini che sono stati allagati non può partire la ricostruzione. Alea non basta».

L’appello di Stefano Valmori, coordinatore del comitato di quartiere, non rimane inascoltato. Infatti, il Comune è già al lavoro per implementare il numero di mezzi che potranno intervenire. «Stiamo organizzando ulteriori squadre che opereranno per la rimozione dei rifiuti anche di notte – spiega l’assessore Giuseppe Petetta –. Esiste una task force, o meglio un tavolo di coordinamento, attorno al quale si siedono Comune, Vigili del fuoco e Protezione civile per l’organizzazione e degli interventi. Per dare risposta alle esigenze della popolazione colpita dall’alluvione stiamo cercando di ampliare il servizio di rimozione dei rifiuti con ditte private che si sono proposte, alcune addirittura si sono fatte avanti e presteranno la loro opera in forma di volontariato». In campo, quindi, non solo Alea. «Da qui a domenica batteremo a tappeto le zone alluvionate con tutti i nostri mezzi e altri che arriveranno – spiega il direttore generale di Alea Ambiente, Gianluca Tapparini –. Attualmente sono 30 i mezzi messi in campo che operano su turni molto ampi, ora l’obiettivo è ampliare la flotta per velocizzare la rimozione. C’è ancora tanto da fare ma questi sono i giorni più importanti per intervenire nei quartieri e nelle vie interne e smaltire il grosso. Stiamo agendo in coordinamento con il Comune e tutte le altre forze, tra cui la Protezione civile che prima interviene per liberare dall’acqua e dal fango e poi ci si occupa dei rifiuti. E’ una catena. Romiti, quartiere di Forlì, di acqua non ne resta quasi più. Prima l'alluvione, poi la melma, il fango che si sta cementificando ed ora infinite cataste di ricordi, mobili, libri e tanti giocattoli destinati al macero. I tre punti di raccolta sono quasi saturi, da lì i rifiuti attendono di essere smaltiti. Si stima, ma il dato cresce di giorno in giorno, 100mila metri cubi di pezzi di vita che andranno al macero.

(L'articolo completo sul Corriere Romagna oggi in edicola)

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