Forlì. Il Comitato dei Romiti passa il testimone al Comune

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Passaggio di testimone da Comitato di quartiere Romiti a Comune e Fmi (Forlì mobilità integrata) per la gestione dell’emergenza e della distribuzione degli aiuti raccolti. Giovedì sera l’incontro tra il coordinatore del quartiere Romiti Stefano Valmori, gli assessori Giuseppe Petetta e Andrea Cintorino, l’amministratore unico di Fmi Vincenzo Bongiorno e il direttore della struttura Claudio Maltoni ha sancito uno snodo importante. Il centro di coordinamento dei volontari spontanei guidato ora da Comune e Fmi avrà ancora base al PalaRomiti e da qui indirizzerà i volontari, oltre che nel territorio del quartiere, anche nelle altre zone di Forlì nella quali emergeranno segnalazioni e richieste per questo tipo di interventi, in situazioni già bonificate dai mezzi pesanti. Nello stesso palazzetto dello sport, così come alla parrocchia di San Benedetto in via Gorizia e nella sede del Quartiere Cava in via Sillaro, sono attivi i punti distribuzione di beni di prima necessità per le persone colpite dall’alluvione gestiti dalle associazioni di volontariato Agesci, Caritas, Cri e Misericordia. Ancora attivo è pure il servizio di consegna beni di prima necessità a domicilio per le persone colpite dall’alluvione gestito da Agesci e attivabile attraverso emergenzapasti@comune.forli.fc.it.

Subito in campo

Il quartiere Romiti è stato, per estensione e densità di popolazione, tra quelli più colpiti e subito si è attivata una rete di solidarietà e collaborazione che ha permesso di superare per diversi giorni la fase emergenziale, grazie all’impegno di tutti, anche di chi nell’esondazione del Montone ha perso tutto o quasi. Un ruolo, quello dei Comitati di quartiere che si è rivelato fondamentale. Non solo ai Romiti, ma anche ai quartieri Cava, Foro Boario-San Benedetto, Pianta-Coriano-Ospedaletto, Centro storico, della “zona nord” (da San Tomé e Roncadello fino a San Martino in Villafranca e Villafranca), Cervese, Ronco e Magliano, i volontari hanno rappresentato spesso un vero e proprio punto di riferimento per la popolazione.

«Abbiamo fatto tantissimo in questo quartiere – dice il coordinatore dei Romiti, Stefano Valmori – non mi aspettavo questa mobilitazione anche se ci speravo, perché so che tanta gente ama i Romiti. Quando ho fatto il primo appello il 17 maggio nel quale dicevo che avevamo bisogno di tutto, mi sono arrivate centinaia di chiamate al giorno non solo da Forlì ma da tutta Italia. Personalmente ho sentito vicino tante persone che voglio ringraziare, tutte quante, non credevo ci potesse essere questa solidarietà gigantesca nei confronti dei Romiti. In questi trent’anni il quartiere si è sempre reso disponibile per i più bisognosi e questo ha smosso ancora di più la volontà di venire qui ad aiutarci. Tutta Italia sa ora che a Forlì c’è un quartiere che si chiama Romiti. Grazie alla nostra caparbietà, al fatto che ci siamo mossi subito per questa disgrazia pazzesca. Il quartiere al 70 per cento è devastato, abbiamo bisogno adesso, avremo bisogno in futuro e per questo chiedo alle istituzioni, al governo: non dimenticateci. La funzione dei comitati di quartiere è importante però deve essere sostenuta. Abbiamo fatto tantissimo, ma è giusto passare la mano come avevamo chiesto perchè ci devono essere le istituzioni dietro il progetto di risanamento del territorio. I volontari dei Romiti ci saranno sempre per il quartiere, ma saremo a sostegno di chi dovrà mettere le regole per i prossimi anni per ricostruire i Romiti come era prima del 15 maggio. Anche perchè la maggior parte di noi ha subito dei danni da questa alluvione, quindi abbiamo dovuto lottare una doppia battaglia: sia per le nostre famiglie, sia per tutta la gente che vive ai Romiti, senza tirarci indietro, dimostrando la forza che si può tirare fuori quando ci si mette tutti insieme».

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