Forlì, il caro bollette costa 2 milioni di euro al Comune

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Il caro energia è una mannaia sui bilanci di famiglie e imprese, «mette a repentaglio la sopravvivenza stessa delle aziende e la tenuta del nostro tessuto sociale», ma è anche un peso enorme sui conti dei Comuni, dai più piccoli al capoluogo. Un aggravio che il sindaco forlivese Gian Luca Zattini stima in oltre 2 milioni di euro, premettendo immediatamente che «nonostante questi aumenti, i più alti mai visti, non abbiamo alcuna intenzione, per compensarli, di tagliare i servizi offerti ai cittadini e non lo faremo mai: anzi stiamo ragionando su nuovi sostegni alle famiglie in questa fase delicatissima, facendo la nostra parte come, mi auguro, la farà fino in fondo il Governo».

Bollette salate

Il conto, però, è salatissimo e l’Amministrazione lo ha già toccato con mano aprendo le buste contenenti le bollette di gennaio di luce e gas. «Gli aumenti sono del 77% sull’energia elettrica, del 60% sul riscaldamento – spiega il primo cittadino –. Noi nel 2021 pagavamo direttamente importi oscillanti tra i 3,5 e i 4 milioni di euro a seconda dei conguagli, fondamentalmente 900mila euro di bollette del gas e 2,7 milioni di euro di energia elettrica della quale la pubblica illuminazione si prende una fetta preponderante pari a circa 1,6 milioni. Adesso, soltanto per quest’ultima, abbiamo calcolato un incremento di spesa di 800mila euro rispetto allo scorso anno e questo nonostante i tre quarti della nostra illuminazione sia ormai passata a led». La “torta” dei consumi dell’amministrazione municipale è così suddivisa: il 38% se lo prende l’illuminazione cittadina, il 29% il consumo di gas naturale, il 26% quello dell’energia per le utenze, il 6% il calore derivante da teleriscaldamento e lo 0,5% il costo del carburante per autotrazione. I rincari si spalmano su tutte queste voci e portano la giunta a calcolare una spesa che nel 2022, potrebbe essere di oltre 2 milioni superiore a quella dell’anno appena trascorso. «Lo vedremo con maggiore precisione a giugno – afferma l’assessore al patrimonio, Vittorio Cicognani – per ora il nostro bilancio è tale da coprire gli aumenti e non sarà necessario fare variazioni ad aprile quando dovremo approvare l’assestato».

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