Forlì, il 99% dei contagiati curato in casa: "Affidatevi ai medici di famiglia"

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«Affidatevi ai medici di famiglia che vi conoscono e non pensate che le cure che vanno bene per una persona possano servire a chiunque. Anzi, a volte fanno male». Lo dice il medico di medicina generale Vincenzo Immordino, segretario generale del sindacato Simet, in un momento in cui la maggior parte delle persone che contraggono il Covid, sono curate a casa e non necessitano, per fortuna, il ricovero in ospedale. Da medici “alternativi” ai protocolli ufficiali, a soluzioni improbabili che si leggono in giro su internet, si rischia di fare confusione su quale sia l’approccio migliore per chi risulta positivo al Covid. «Il 99 per cento delle persone ammalate oggi viene curata in casa – riprende Immordino– solo una piccola parte necessità di ricovero in ospedale. Nella nostra zona sono attive le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale dell’Ausl, ndr) che però non si recano a casa di tutti i positivi, ma solo di quelli che presentano un quadro clinico più impegnativo. Come detto oggi i contagiati sono per nulla o poco sintomatici: spetta al medico di base fare un primo monitoraggio delle condizioni, se si ha febbre, tosse, problemi respiratori e all’occorrenza dare una terapia. Cosa che non succede sempre, perché per chi non ha sintomi non è facile capire cosa somministrare, a volte potrebbe essere controproducente. Si seguono protocolli che cambiano nel corso delle settimane e dei mesi. Basta pensare che all’inizio della pandemia si curava con il cortisone, adesso si interviene con il cortisone solo in fase più avanzata. Gli schemi terapeutici variano in base alle evidenze della patologia».

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