Forlì, i ristoratori invocano il lockdown per i non vaccinati

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Omicron. Quarta ondata. «L’effetto Covid si vede». Vinicio Ciani, titolare dell’osteria del Mercato in piazza Cavour, sintetizza il concetto delle conseguenze del perdurare della pandemia sul campo della ristorazione. Il dicembre che sembrava partito con i migliori auspici ha portato come “regalo di Natale” il record di contagi mai registrato prima in Italia, e con sé più casi anche a Forlì, più quarantene e più paura. «Le disdette ci sono, è un dato di fatto – ammette Andrea Zocca, presidente di Fipe Confcommercio Forlì – soprattutto per Capodanno». È infatti il cenone dell’ultimo dell’anno a destare le maggiori preoccupazioni dei ristoratori, che come Gianluca Pini, titolare di locali come il Don Abbondio, racconta di non aver ancora esaurito i tavoli. «Normalmente in questo periodo eravamo già pieni da un pezzo – spiega – e invece ancora i posti ci sono». «In generale – puntualizza – stiamo lavorando al 50% di quello che avremmo fatto in un anno “normale”».

La soluzione, secondo i ristoratori, è radicale. «Bisognerebbe fare come hanno fatto in Germania e in Austria – dice Pini, dando voce a un pensiero condiviso pienamente anche dal collega Ciani – che hanno imposto il lockdown per i non vaccinati. Non è una questione solo economica, ma di tutela della salute pubblica. Se oggi siamo a questo punto è colpa di chi non ha voluto vaccinarsi e credo che il governo dovrebbe prendere in considerazione questa strada». Chiamando in appello i dati sul calo dei contagi registrati in Germania, passati da oltre 70mila a poco più di 10mila in poche settimane, Pini ribadisce che «istituire un lockdown per i non vaccinati sarebbe il punto di equilibrio, perché i numeri non mentono e questa si è dimostrata una strategia più efficace di altre».

«I numeri stanno dalla parte dei vaccinati» ribadisce anche Ciani, raccontando il calo sensibile di presenze che si sta riscontrando negli ultimi giorni, «con le disdette del giorno di Natale e per Capodanno». «Un po’ meglio - aggiunge - per Santo Stefano. Ma questo non cambia le cose: vaccinarsi è un dovere, e non mi sembra corretto rischiare di farci chiudere per colpa di chi non vuole vaccinarsi. E se le “mezze misure” non bastano, allora bisogna agire con più determinazione. Non si vuole mettere l’obbligo vaccinale? Allora facciamo il lockdown per chi non ha fatto il vaccino».

Quella invocata dai due ristoratori intervistati dal Corriere Romagna non è una misura attualmente inserita nel novero delle ipotesi al vaglio del Governo, e lo ricorda Zocca di Fipe Confcommercio. «Non se ne sta parlando in associazione, per cui non posso prendere una posizione per la categoria. Ma personalmente anche io sono d’accordo: già dobbiamo rivedere al ribasso le stime dei primi mesi del 2022, e se le strategie attuate per arginare i contagi non dovessero essere sufficienti, la risalita verso la normalità diventerebbe ancora più ripida, per quanto oggi non appaia più il “muro” verticale del 2020». «Quindi sì – conclude – come il green pass che ci ha fatto lavorare, vedo positivamente qualsiasi soluzione che vada nella direzione di tenere aperte le attività».

Sono 174 i nuovi contagi da Covid-19 registrati nel Forlivese, 302 nell’intera provincia. Nello specifico, si tratta di 117 contagi individuati nel comune capoluogo, 11 a Meldola, 10 a Bertinoro, 6 a Forlimpopoli, 5 a Predappio, 4 a Civitella e Castrocaro, 3 a Dovadola e Santa Sofia, 2 a Modigliana e Premilcuore e 1 a Rocca San Casciano. Le guarigioni a Forlì-Cesena sono invece 104. Resta invariato a due il numero delle persone del Forlivese ricoverate in Terapia intensiva.

In Emilia Romagna i nuovi casi sono 3.427, emersi su un totale di 50.745 tamponi per una percentuale di positività che si attesta al 6,7% (in calo rispetto al 14,9% di lunedì, in cui erano stati fatti solo 23.243 tamponi). Cresce leggermente il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (112, +5), 1.286 quelli negli altri reparti Covid (+50).

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