Forlì. Grande mostra sui preraffaelliti in 370 opere

“Preraffaelliti. Un nuovo Rinascimento” è il tema della mostra proposta dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì che si svilupperà negli spazi del Museo Civico San Domenico dal 24 febbraio al 30 giugno 2024. La realizzazione della 19° grande mostra vede la collaborazione con i principali musei inglesi e americani, dalla Royal Academy alla Guildhall art Gallery. Prestiti arriveranno anche dalla Tate Gallery e dal Victoria Albert Museum. Tra le opere in esposizione lo “Schiavo morente” di Michelangelo ma anche i quattro arazzi del ciclo “Re Artù” di Burne Jones, appartenenti al regista di “Jesus Christ Superstar”, Norman Jewison. Questa in pillole un’anticipazione di quella che sarà la mostra a Forlì il prossimo anno, svelata venerdì sera in anteprima nazionale in occasione dell’ultimo appuntamento della 31° edizione di “Cervia la spiaggia ama il libro”, organizzata al Mare Pineta Resort di Milano Marittima. «Possiamo raccontare le mostre di Forlì come un investimento su un modello, un modello di creazione su un tema che collega il territorio, il turismo, la scuola e il sociale – afferma il direttore delle grandi mostre della Fondazione Carisp di Forlì, Gianfranco Brunelli -. Non è un caso che ci siano stati riconosciuti due premi internazionali, così come nel 2015 il modello è stato replicato a Parigi e con Forlì gli Uffizi hanno firmato la mostra su Dante. Questo è un punto fermo che possiamo mettere, per una città di provincia non era scontato. Nella realizzazione delle mostre abbiamo messo insieme grandi curatori appartenenti a tre generazioni diverse: ci hanno lavorato più di 120 studiosi, per la 19° mostra se ne aggiungeranno altri 9 tra inglesi e americani». Al museo San Domenico verranno esposte 370 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli, con l’intento di ricostruire il profondo impatto dell’arte storica italiana sul movimento preraffaellita britannico tra gli anni ’40 dell’Ottocento e gli anni ’20 del Novecento. È un tema non ancora approfondito in Italia, che verrà indagato affiancando una consistente rappresentanza di modelli italiani alle opere britanniche: una sfida che questo progetto intende vincere grazie ai generosi prestiti concessi dai musei di tutta Italia ed internazionali. Nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento alcuni giovani artisti ribelli crearono, nel 1848, la Confraternita preraffaellita con lo scopo di rinnovare la pittura inglese che consideravano in declino a causa delle norme eccessivamente formali e severe imposte dalla Royal Academy. Oltre a John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, fondatori della Confraternita, saranno esplorati in modo approfondito altri esponenti chiave del movimento come Edward Burne-Jones, Ford Madox Brown e Frederic Leighton. «Se c’è una generazione che ha a che fare con l’età vittoriana, è quella dei preraffaelliti e la quale ha immaginato di cambiare il tempo – conclude Brunelli -. Nel pieno della rivoluzione industriale diventano critici nei confronti del rigorismo accademico, di quello che si era imposto nella cultura europea. C’è il rapporto con il mito dell’Italia di Cimabue e Beato Angelico ma anche quello di Botticelli, il punto più alto a cui questa generazione ha guardato. I preraffaelliti non solo presero ispirazione dall’Italia, ma fecero riscoprire l’Italia agli italiani».

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