«Porteremo avanti le sue opere in Etiopia». Padre Raffaello Del Debole, il tenace frate cappuccino che maturò la sua vocazione missionaria a Forlì, durante la permanenza al convento francescano di Santa Maria del Fiore, è morto il 7 agosto scorso ad Addis Abeba. Il suo funerale è stato celebrato due giorni dopo nella chiesa della missione di Duga, nel Dawro Konta, regione nel sud del paese africano dove il religioso scomparso ha operato ininterrottamente per oltre 50 anni. Nato a Castiglion Fiorentino nel 1934, padre Raffaello era stato ordinato sacerdote nel 1963. Nella seconda metà degli anni ’60 aveva svolto il ruolo di assistente spirituale dell’Agesci a Santa Maria del Fiore. Il Gruppo Forlì 3°, fondato nel 1956 dall’indimenticabile frate Agostino Bertoni, con l’assistenza di Mario Mettica e Gerardo Vespignani, ha sempre avuto un’attenzione particolare per il servizio. «Accumulavamo la carta o il rame – racconta in una testimonianza online lo stesso cappuccino – per recuperare fondi per le missioni e c’era chi era capace di raccogliere persino i pezzetti di filo telefonico, ma alla fine siamo riusciti a comprare un trattore». In Etiopia dal 1972, padre Raffaello ha fondato una comunità scout a Timbaro, mantenuta viva persino durante la durissima dittatura del colonnello Menghistu. Molto legato alla figura di don Lorenzo Milani, ha cercato di replicarne il metodo di insegnamento. «Il suo esempio – dichiara Antonio Amoroso, portavoce degli ex Scout di Santa Maria del Fiore coordinati da Angelo Gentilini – ha fatto breccia nel cuore dei tanti che lo hanno conosciuto ed ha spinto il gruppo nel suo insieme, ed anche molti in forma individuale, a sostenere le varie tappe della sua attività missionaria in Etiopia fino ad oggi». Negli ultimi anni, il frate aveva aperto una piccola clinica nel villaggio di Duga. Col tempo, il presidio sanitario ha assunto un’importanza sempre maggiore, tanto da essere premiato dalla chiesa d’Etiopia per il lavoro svolto a favore degli ammalati e nella formazione degli infermieri. «Periodicamente – continua Amoroso – un medico italiano si reca nella struttura per fare il punto sull’attività dei sanitari locali». L’impegno di padre Del Debole verrà portato avanti dal Centro di animazione missionaria cappuccini di Imola, che a sua volta dipende dai Cappuccini emiliano-romagnoli. «Anche il nostro gruppo – conclude Amoroso – farà la sua parte nel sostegno alla clinica di Duga e alle altre opere missionarie, con iniziative di raccolta fondi e di sensibilizzazione».

Forlì, gli ex scout Gruppo Forlì 3° attivi per l’Etiopia
