Forlì. Gaudio: "Il rientro di medici no vax non colma la carenza"

«Aspettiamo che diventi realtà e vediamo quali saranno le disposizioni prese con il supporto dei tecnici scientifici prima di fare valutazioni. Sono un po' sorpreso ma possiamo anche tirare un sospiro di sollievo data la mole di lavoro degli ultimi due anni, compresa la parte legale». Per Michele Gaudio, presidente dell’Ordine dei medici di Forlì-Cesena, è ancora troppo presto per capire come verrà tradotta nei fatti l’intenzione annunciata dal nuovo ministro alla Salute, Orazio Schillaci che ha anticipato proprio ieri alcune novità sul reintegro dei sanitari non vaccinati. «Per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale e l’annullamento delle multe previste dal dl 44/21 - fa sapere in una nota lo stesso ministro -, in vista della scadenza al prossimo 31 dicembre delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio prima del termine di scadenza della sospensione».

Insomma, le direttive potrebbero cambiare già dai prossimi giorni. «Di primo acchito, l’anticipare il reintegro dei medici sospesi per mancanza degli stessi non mi pare risolva il problema alla fonte - spiega Gaudio -. In provincia di Forlì-Cesena sono circa 45 coloro che sono sospesi per non aver ottemperato all’obbligo vaccinale, di questi sono meno di 10 i medici che esercitano mentre in larga parte si tratta di personale in pensione. Dati alla mano, se noi oggi abbiamo un problema con il pronto soccorso e integriamo il personale sospeso, la situazione non cambia e siamo sempre in carenza di medici».

Numeri in discesa rispetto all’entrata in vigore del decreto. «Il fenomeno si è fortemente ridotto - prosegue il presidente dell’Ordine -. In principio, infatti, la legge era molto più restrittiva poi si è imboccata un’altra strada: ragionevolmente se un medico si positivizza, ad oggi, è a posto per sei mesi e può tornare in servizio. Questo ha diminuito molto il numero di coloro che non potevano esercitare a seguito della mancata vaccinazione». Dal 1 novembre, salvo diverse disposizioni, decade anche l’obbligo di indossare la mascherina all’interno di ospedali e case di riposo. «La situazione è molto diversa rispetto a due anni fa - conclude Gaudio -, personalmente credo che continuerò a usufruire dei dispositivi di protezione per precauzione. Non dimentichiamo che il virus circola ancora e che in questa fase il clima ci sta dando una mano. Non appena la stagione cambierà, mi aspetto numeri importanti anche se non ci sarà più lo stesso tasso di mortalità del passato».

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