Forlì Fiera in crisi, nessun accordo. Partono le lettere di licenziamento
FORLÌ. Tutti a casa, salvo miracoli (che non sembrano praticabili). Sono pronte le lettere di licenziamento per i dipendenti della Fiera sa di Forlì. L’incontro di ieri in Prefettura si p chiuso con una fumata nera. Nessun accordo. Per la società di via Punta di Ferro un altro tasto dolente dopo quello “suonato” a fine dicembre dal comando dei vigili del fuoco che non aveva rinnovato l’agibilità salvo poi concederla, per soli tre mesi, dopo una serie di lavori sul fronte anti incendio fatti dal Comune che della struttura è proprietario.
I dipendenti
I sindacati avevano chiesto di riassorbire i lavoratori, quattro in tutto, nelle società partecipate del Comune. Ma ieri al tavolo è arrivata la risposta negativa da parte di Livia Tellus, la holding municipale socia a sua volta della Fiera.«Purtroppo non è possibile - spiega l’assessore alle Partecipate, Vittorio Cicognani -. Anche in queste società è prevista solo l’assunzione per concorso e non possiamo fare altrimenti».
I sindacati ora annunciano battaglia. «Fiera di Forlì Spa, nonostante la contrarietà delle organizzazioni sindacali ha comunicato che dovrà procedere, come da piano industriale, all’invio delle lettere di licenziamento - commentano Maria Giorgini, Vanis Treossi ed Enrico Imolesi, segretari di Cgil, Cisl e Uil, assieme a Raffaele Batani, Matteo Fabbri e Annalisa Pantera, rispettivamente per Filcams, Fisascat e Uiltucs - e che un’eventuale sospensione di tale procedura per tutta o una parte del personale potrà essere effettuata solo successivamente alla nomina del nuovo amministratore unico che avverrà presumibilmente dopo il 15 marzo».
Il presidente della Fiera spa Gianluca Bagnara è infatti dimissionario e, approvato il bilancio, è prevista la trasformazione societaria: da spa si passerà a una srl, con la possibilità quindi di eliminare il cda e avere un solo amministratore.
«Abbiamo comunicato che si procederà con l’impugnazione delle lettere di licenziamento e richiesto che si prosegua sul confronto rispetto ai profili professionali con le società partecipate ritenendo impossibile che non ci siano le condizioni per la rioccupazione di quattro persone anche intervenendo su processi di riqualificazione», continuano i sindacati.