Forlì, Fenix: i lavoratori sciolgono il presidio

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Questa mattina i lavoratori, dopo aver raggiunto i primi importanti risultati, hanno deciso di sciogliere il presidio, iniziato lo scorso 26 agosto di fronte al magazzino di via Borelli, a Forlì. Oltre dieci giorni di sciopero, e presidio permanente giorno e notte, per manifestare il dissenso nei confronti delle decisioni del Gruppo Fenix verso i dipendenti dei magazzini di Forlì e Jesi.

La nota della Cgil

Questa settimana - si legge nella nota della Cgil - per i lavoratori, seguiti e supportati dalla FILT CGIL di Forlì e dal Segretario Luigi Montesano, sono arrivati i primi risultati: le proposte occupazionali nelle aziende subentranti, il pagamento delle ultime mensilità e il pagamento anticipato del TFR.

La maggior parte dei lavoratori ha accettato di essere ricollocato all’interno delle aziende subentranti nell’appalto con il committente Unieuro; sono in corso gli ultimi passaggi che si terranno tra la giornata di oggi e lunedì. Proseguiranno, per vie legali, le vertenze già in corso degli ultimi due anni, sia per i lavoratori di Forlì che per quelli di Jesi, per le spettanze.

«Il coinvolgimento di istituzioni, Prefettura, Comune di Forlì, e l’interessamento della Regione Emilia Romagna, hanno portato ai primi risultati nel rispetto del Patto per il Lavoro e per il Clima, sottoscritto in questa Regione» spiega Luigi Montesano, Segretario Generale FILT CGIL Forlì.

«Al fine di evitare che in futuro si ripetano situazioni del genere è necessario un impegno maggiore di tutti per porre regole e controlli, anche negli appalti privati-spiega Maria Giorgini, Segretaria Generala CGIL di Forlì, che aggiunge-valorizzando e implementando il lavoro importante che in questa Regione si è fatto con il Patto per il Lavoro e per il Clima. Non può e non deve accadere, infatti, che in aziende ben consolidate, prive di problemi economici, vi siano appalti che non diano tutte le garanzie alle lavoratrici e ai lavoratori».

«Ora si apre la fase due, in cui anche qui il committente, fondamentale per la risoluzione di questa crisi, dovrà fare la sua parte, essendo responsabile in solido», chiarisce Montesano.

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