Forlì, atletica e fatture fittizie, la replica di Anna Rita Balzani: "Procedura mai contestata dai revisori Fidal"

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«Ho preso atto della sentenza, che rispetto alle richieste della procura, mi condanna ad una inibizione estremamente ridotta, e mi riserverò, nel caso lo ritenessi opportuno, ad agire in appello verso il Collegio di garanzia del Coni». Così Anna Rita Balzani si esprime in merito alla sentenza della corte di appello federale della Federazione italiana di atletica leggera (Fidal) che ha decretato la sua inibizione per 60 giorni nel suo ruolo di Consigliere federale e presidente del consiglio di amministrazione di Fidal servizi, azienda di gestione eventi e manifestazioni sportive. «Per prima - cosa replica Balzani - in nessun procedimento e sentenza sportiva a mio carico sono citate “fatture false”» sottolinea riferendosi alle fatture che nella sentenza sono definite fittizie. «La corte d’appello federale – continua – ha ribaltato la sentenza di primo grado che mi ha vista completamente assolta dagli addebiti che la Procura Federale, su segnalazione del segretario generale della Fidal, mi aveva attribuito». Balzani precisa in primis che «dette fatture non sono mai state emesse durante il mio esercizio di presidente Fidal Servizi. In secondo luogo, le procedure di fatture in compensazione erano state poste in essere negli anni precedenti. Inoltre, la società di consulenza fiscale della Fidal aveva dichiarato per iscritto che dette procedure erano regolari e il Collegio dei revisori dei Conti della Fidal in questi anni non ha mai contestato detta procedura. La società di revisione indipendente che certifica i bilanci della Fidal e di Fidal Servizi – prosegue Balzani – non ha mai avuto nulla da eccepire su questa procedura e la sottoscritta si è limitata ad operare per replicare delle procedure che fino alla sentenza del 12 gennaio risultavano regolari».

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