Forlì, dottoressa lascia l'ospedale per andare in piattaforma: "Volevo più tempo per me"

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Dopo 17 anni di lavoro al Pronto soccorso e 118 dell’ospedale “Morgagni Pierantoni” ha deciso di licenziarsi per assumere il ruolo di medico coordinatore per una società che si occupa della lavorazione del gas al largo di Porto Viro. Una settimana di lavoro sulla piattaforma e le altre a gestire l’attività dei colleghi, ma anche a fare qualche turno al Pronto di soccorso di Rovigo per “tenersi” allenata, vale a dire aggiornata e operativa. Una scelta di vita quella fatta nel 2020 da Angelica Raggi, con la solida motivazione di avere più tempo per la famiglia e se stessa, quel tempo che spesso la professione sanitaria rappresenta un costo per chi vi dedica, pur con passione e impegno. «Dopo tanti anni – racconta la dottoressa Raggi – ho fatto questa scelta di lasciare, a malincuore, l’ospedale, per intraprendere questa nuova avventura lavorativa di medico a bordo della piattaforma che si trova a 15 miglia dalla costa. L’ho fatto con il cuore in mano, perché per me il mio è il lavoro più bello del mondo. I miei tre figli sono cresciuti con i miei tempi lavorativi. Avere più tempo per me e per la famiglia mi ha spinto a fare questa scelta. Ora mi occupo delle necessità quotidiane, dell’attività medica di base, fino ad eventuali emergenze a bordo, dovendo a volte essere presenti durante le operazioni più critiche. Si tratta di un lavoro 24 ore su 24, sette giorni su sette. Per questo ci vuole una turnazione costante, una settimana sulla piattaforma e poi a terra. In un periodo in cui non è facile reperire medici, anche organizzare il lavoro non è facile». Ecco perché sono sei i medici a disposizione, che devono garantire eventuali emergenze o assenze improvvise, ma anche poter svolgere la loro attività lavorativa in altri ambiti medici. Per il suo ruolo di medico coordinatore Angelica Raggi svolge l’attività a tempo pieno proprio per poter gestire la turnazione, anche se non rinuncia a svolgere turni al pronto soccorso di Rovigo, per restare legata al mondo che è stato il suo per 17 anni al “Morgagni Pierantoni” e proseguire un aggiornamento sempre prezioso. Con lei sulla piattaforma medici che arrivano da tutta Italia, anche dalla Calabria o dalla Sicilia, con difficoltà a raggiungere il Veneto in un periodo complicato per i voli aerei vista l’emergenza sanitaria per il Covid. «L’erogazione del gas è un’attività primaria e quindi non si è mai fermata nemmeno nel lockdown – chiarisce Angelica Raggi -, anche perché ci sono contratti da rispettare. Senza considerare che bloccare un impianto può rappresentare un rischio dal punto di vista della sicurezza». La piattaforma sulla quale lavora la dottoressa Raggi non estrae gas, ma lavora la materia che arriva dai paesi produttori da liquida a gassosa, per poi trasportarlo attraverso i metanodotti. A bordo ci sono ora dalle 45 alle 50 persone, ma sono state anche una sessantina: «Siamo meno per rispettare tutte le norme anti Covid, anche dal punto di vista del distanziamento» spiega Raggi. Per chi pensa alla vita su una piattaforma spartana, magari ricordando qualche film del passato, ecco una sorpresa: «Abbiamo palestra, cinema, mensa, una cucina con cuochi in servizio 24 ore su 24 per garantire ogni necessità anche ai dipendenti che fanno il turno di notte - ricorda Raggi -. Dal punto di vista sanitario abbiamo un piccolo reparto di medicina d’urgenza, con tutti i macchinari, monitor, ventilatori, due posti letto. D’altra parte la politica della società per la quale lavoro è quella di prevenire possibili pericoli e dare grande attenzione alla sicurezza. Infatti abbiamo una bassa casistica di infortuni. Poi in questo periodo c’è ancora maggiore rigore per le norme anti Covid: non si possono permettere focolai, quindi tutti sono vaccinati, ci sono tamponi prima di arrivare sulla piattaforma, c’è un periodo di 48 ore di isolamento e norme rigide da rispettare». Una scelta di vita, un altro modo per svolgere la professione medica, sempre al servizio degli altri, anche in mezzo al mare.

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