Un quartiere ancora ferito, che non si è mai arreso, che vuole ripartire, ma che guarda con apprensione all’autunno e alle probabili piogge che faranno tornare alla mente l’alluvione. Tre mesi dopo i tragici fatti di maggio, il Comitato di quartiere Romiti ha organizzato per domani alle 20.30 nella sua sede al palazzetto dei Romiti, una riunione straordinaria aperta ai residenti per trattare le problematiche e qualsiasi altro argomento attinente all’evento alluvionale.
Un incontro a soli due giorni dalla seduta della Commissione consiliare d’indagine e di studio sull’emergenza alluvione, prevista giovedì, nella quale saranno previste le audizioni del Comitato vittime del fango Forlì e dei coordinatori dei Comitati di Quartiere. «Facciamo questa riunione perché ci voleva – dice il coordinatore dei Romiti, Stefano Valmori – abbiamo combattuto tutti insieme ed era ora di guardarci negli oggi. Vogliamo incontrare la cittadinanza e sapere cosa si può fare dopo tutto quello che abbiamo già fatto dai primi mesi dopo l’alluvione. Non ci possiamo sostituire all’Amministrazione, ma possiamo portare aventi problematiche che ancora non sono state risolte. Già nell’incontro avuto con la giunta avevamo fatto delle richieste che tuttora non hanno avuto risposte: dall’ente di Bacino, dalla Regione, da Alea e dal Comune. Siamo il primo interlocutore tra cittadini e Comune. Gli altri comitati sono nati dopo, e ben venga che siano nati, ma sono i quartieri eletti dai cittadini a doversi rappresentare con l’Amministrazione. Il Comune dovrà valutare il rafforzamento dei Comitati anche dopo la riforma. Quello che abbiamo fatto subito dopo l’alluvione lo abbiamo fatto come volontari per il nostro quartiere, ma non era nostro compito, ci siamo sostituiti a strutture che sono mancate. Siamo molto stanchi dopo tre mesi».