Cosa fare del milione e centomila euro che i forlivesi hanno donato per aiutare i propri concittadini colpiti dall’alluvione del 16 maggio scorso? Dalla commissione di studio e di indagine arriva la proposta di un’autocertificazione. Archiviata ormai l’idea dell’Amministrazione di utilizzare le donazioni come garanzia per pagare gli interessi di eventuali mutui riservati agli alluvionati, la questione rimane aperta perchè di fatto la somma che il Comune ha ricevuto è ferma al palo. «Non possiamo gravare il cittadino di ulteriori oneri, serve un meccanismo pratico e snello per la distribuzione delle donazioni – spiega il consigliere di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ragni -. Individuiamo delle fasce dei danni e adottiamo l’autocertificazione con controlli a campione». «Considerato che ad oggi non abbiamo una panoramica di quanto accaduto, o meglio non c’è contezza di quante persone e famiglie sono state colpite dal dramma dell’alluvione – fa eco la consigliera del Pd, Elisa Massa -. Senza questi dati e un censimento puntuali è impossibile fare ragionamenti di qualsiasi tipo. Inoltre non spetta alla commissione individuare un’alternativa per la distribuzione delle donazioni, spiace che l’Amministrazione abbia delegato. Ad ogni modo, in assenza di censimento, l’autocertificazione, come fatto a Ravenna, potrebbe essere lo strumento per far sì che i cittadini, che si assumono la responsabilità di quanto dichiarato, possano ricevere quei pochi spicci di cui hanno diritto». Dello stesso avviso anche il consigliere di Forlì e Co, Federico Morgagni : «Se vogliamo formulare proposte in tal senso va bene, ma è l’Amministrazione che deve decidere. Tra l’altro ero rimasto che la giunta, dopo aver incontrato una delegazione di cittadini a seguito della protesta di piazza Saffi, avrebbe dovuto convocare un tavolo per discutere proprio di questo. Mi aspettavo che questo fosse già operativo».
«Abbiamo davanti due esigenze – sottolinea il collega di Italia Viva, Massimo Marchi -, ovvero fare presto ed individuare una soluzione che sia la migliore possibile. Non vedo perchè non adottare il sistema dell’autocertificazione, fermo restando che il censimento deve essere fatto comunque».
Allo stato attuale, secondo la relazione dei dirigenti comunali, ad oggi 1.177 le domande Cas ricevute e di queste 1.137 sono in liquidazione mentre circa una quarantina sono state negate anche se il Comune ha dato ulteriore tempo ai richiedenti di dimostrare il contrario. Per quanto riguarda, invece, i Cis (contributo immediato sostegno) le domande presentate sono 3.200, di queste 1.800 sono state liquidate al 31 luglio, altre 400 lo saranno in questi giorni e 600 alla fine della settimana. In totale sono state istruite 2.500 domande. Per ulteriori 800 richiedenti sono state richieste ulteriori informazioni e di queste circa 400 sono state negate. Nel frattempo sono già pervenute 33 domande di saldo, alle quali se ne aggiungono altre 10 nella giornata di ieri. «Cominciamo ad avere il quadro della situazione e contezza del fatto che le risorse stanno arrivando – spiega la dirigente Rossella Ibba – . Il Comune, infatti, sta ricevendo le richieste di saldo, ovvero le domande per ottenere gli ulteriori 2mila euro dopo aver già rendicontato la spesa dei 3mila precedenti. Purtroppo sta emergendo che i danni sono superiori ai 5mila euro e che molte persone non hanno fatto domanda perchè le pertinenze erano escluse». «Distribuiamo i ristori in base alla gravità dei danni subito facendo riferimento alle domande Cas e Cis, partiamo da questo – dice il consigliere della Lega, Albert Bentivogli -. Dare 300/400 euro a tutti non è la strada giusta, sulla base dei dati a disposizione stiliamo una graduatoria di priorità e teniamo conto del fatto che i cittadini hanno danni superiori ai 5mila euro». Ora sarà la giunta a decidere se tenere conto delle proposte arrivate dalla commissione alluvione, i cui componenti hanno nominato come vice presidente Massimo Marchi di Italia Viva, indicato dall’opposizione.