A Forlì le detenute diventano sarte. Abiti in vendita a "Fuori Luogo"

Forlì

FORLI'. Otto donne, tre delle quali detenute nella casa circondariale di Forlì, e le altre in condizioni di svantaggio, sono le artefici dei capi di abbigliamento in vendita a “Fuori Luogo”, il nuovo negozio aperto in via Regnoli, 52 nell’ambito del progetto “Laboratorio sartoriale” - promosso dalla cooperativa sociale Formula Solidale in collaborazione col Soroptimist Club - che si occupa proprio di professionalizzarle insegnando loro a confezionare vestiti ed accessori, in modo da favorire la crescita personale e il reinserimento nella società.

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L’occasione
L’iniziativa ha l’obiettivo di rendere visibile alla città quanto realizzato attraverso percorsi rivolti all’avanzamento della condizione femminile, sopratutto in un’ottica di reinserimento. «Era arrivato il momento di fare qualcosa di concreto – dice la presidente di Formula Solidale, Manuela Raganini –. Ognuna di queste donne si occupa in toto del prodotto, non è un lavoro di linea, mettendo del proprio nella realizzazione del prodotto finale. Quelli che vendiamo al pubblico sono tutti abiti diversi, nello stile e nel rispecchiare la sensibilità di ciascuna di loro. “Fuori Luogo” vuole essere un laboratorio di sperimentazione per dare una seconda chance alle persone, e alle cose, che hanno alle spalle una storia e una propria sensibilità».

L’atmosfera
Nel negozio il cliente si sente immerso in una avventura sensoriale dove può scoprire nuovi materiali, oggetti e soprattutto un nuovo sentire. Il locale, infatti, è uno spazio variopinto e non classificabile. Al suo interno si potranno trovare abiti, accessori, magliette e borse realizzate anche da donne custodite nei carceri di Genova e Venezia. Non solo, “Fuori Luogo” crede nella produzione sostenibile per cui alcuni pezzi sono marchiati “No Waste” (nessuno spreco), realizzati con tessuti e materiali di recupero. Un angolo sarà dedicato anche al vintage d’autore, per abiti o accessori che meritano ancora una seconda possibilità.

L’impegno
«È il frutto di un lavoro che dura da diversi anni – aggiunge Palma Mercurio, direttrice del carcere –. La città può toccare con mano il risultato finale. Dare gli strumenti a queste donne è fondamentale per il loro reinserimento». «Quale luogo migliore se non via Regnoli – conclude Raffaella Orazi, presidente di Soroptimist – questa è una vera “social street”». Il negozio apre tutti i giorni, tranne giovedì pomeriggio e domenica. Una volta alla settimana sarà presente anche una sarta per confezionare abiti su misura.

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