Forlì, denuncia il compagno dopo anni di soprusi: 40enne arrestato

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Anni di botte, di insulti, di violenze psicologiche e di vessazioni. Maltrattamenti subiti in silenzio dalla vittima, giustificando i lividi sul corpo e gli occhi neri con malattie, incidenti domestici e squilibri alla tiroide. Fino a quando il compagno non l’ha colpita al collo con una bottiglia scheggiata. A quel punto, una donna italiana convivente con un quarantenne brasiliano ha confidato alla mamma e a un’amica la terribile aggressione subita la sera precedente. In un video messaggio che agli occhi degli agenti della Squadra mobile della Questura è parso «un testamento ai posteri», la donna ha raccontato la lite, le botte, l’aggressione con la bottiglia rotta e la paura di non farcela. Parole che poche ore dopo sono state attestate nella denuncia alla polizia, che ha immediatamente avviato le indagini sfociate mercoledì pomeriggio nell’arresto del cittadino brasiliano, ora trattenuto nel carcere di Forlì sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari. Le imputazioni sono quelle di maltrattamenti, atti persecutori e lesioni personali. Un altro uomo, un cinese regolarmente soggiornante sul territorio italiano e già agli arresti domiciliari, è stato arrestato mercoledì in tarda serata in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Forlì per maltrattamenti in famiglia. Una condanna definitiva arrivata dopo l’arresto in flagranza la notte del 2 aprile, quando la moglie e la figlia minorenne furono colpite ripetutamente alla testa con calci e pugni.

Il dramma

A portare sul tavolo della Questura il dramma della donna residente a Forlì è stata la mamma della vittima, allarmata dalle terribili parole riferite dalla figlia, nel frattempo ricorsa alle cure dei sanitari del Pronto soccorso di Forlì. Visitata dai medici, le sue ferite sono state giudicate guaribili in non meno di 20 giorni. Una volta dimessa dal Pronto soccorso, la donna è stata persuasa dalla madre e dagli agenti a sporgere denuncia e raccontare quanto successo, non solo nella notte precedente, ma nei mesi e negli anni di convivenza con il brasiliano. È così che è emerso un passato di violenze non solo fisiche ma psicologiche, di maltrattamenti, insulti e vessazioni al punto tale da costringere la forlivese in uno stato di profonda soggezione psicologica. Uno spaccato quotidiano di sofferenza e dolore mai denunciato per paura di ritorsioni che ha spinto gli agenti della squadra mobile, guidati dal dirigente Enzo Tarquini, a iniziare immediatamente la raccolta di prove e testimonianze, «documentando tutto quello che si poteva documentare». Indagini scattate nell’ambito del Codice rosso, coordinate dal pubblico ministero Lucia Spirito, sfociate presto nell'emissione dell’ordinanza di custodia cautelare. Raggiunto dai poliziotti mentre era in palestra, il brasiliano è stato quindi ammanettato e portato nella casa circondariale.

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