Forlì, dai medici l'ok all'allentamento delle restrizioni

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Ha smesso di crescere il numero giornaliero di contagi da Covid-19: nel Forlivese, ieri sono stati “solo” 369. L’allungarsi delle giornate che volgono alla primavera allontana il buio dell’inverno e del boom delle infezioni. Per il secondo anno di fila, l’avvicinarsi della bella stagione reca sollievo all’angoscia del contagio. A distanza esatta di due anni dallo scoppio della pandemia si va verso un ennesimo allentamento delle restrizioni, verso una normalizzazione della vita sociale che auspicano anche i medici stessi. Michele Gaudio, il presidente provinciale dell’Ordine dei medici, sottolinea l’esistenza di «basi scientifiche» a fondamento delle decisioni assunte dal governo. «I numeri altissimi delle infezioni registrati nella quarta ondata, con 200mila contagi al giorno in Italia, hanno mostrato in maniera evidente la capacità del vaccino di evitare gravi forme di malattia: se 50 milioni di italiani non fossero stati vaccinati, avremmo avuto gli ospedali pieni e tantissimi morti, sarebbe stata un’ecatombe». Il «costante calo delle positività e della sintomaticità» anche in provincia consente infatti a Gaudio di prevedere che «nelle prossime settimane si allenteranno le restrizioni», tra cui quella della mascherina anche all’aperto, aprendo la strada all’apertura delle discoteche e l’eliminazione della dad per gli alunni vaccinati. Se è d’accordo? «Assolutamente sì».

Vincenzo Immordino, medico di base forlivese e segretario provinciale di Simet, il sindacato dei medici di condotta, concorda sostanzialmente con le posizioni di Gaudio. «Va bene aprire, perché anche se ci sono ancora contagi, non pesano sull’economia sanitaria degli ospedali». Del resto, il calo di positivi si è notato anche nello svolgimento della professione di medico di base. «Fino a 10 giorni fa - ammette - eravamo subissati dai pazienti sintomatici o positivi, adesso non più». Tuttavia, il medico di medicina generale fa anche un’altra considerazione. «Ci sono meno positivi, è vero, ma si fanno anche molti meno tamponi». L’impressione del medico è che in circolazione ci siano più positivi di quelli che emergono, ma tutto sommato, visto che non accrescono la pressione ospedaliera, va bene lo stesso.


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