Forlì. Crisi nella maggioranza, il centrosinistra attacca

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«La questione interna tra il sindaco Gian Luca Zattini e la sua maggioranza sta producendo una grave paralisi istituzionale degli organismi che rappresentano tutti i cittadini: per questo tutti i gruppi di minoranza hanno trasmesso una nota congiunta indirizzata alla presidente del consiglio comunale ed al sindaco stesso per contestare il grave rinvio della seduta consiliare di ieri».

È quanto dichiara il Pd, da tempo in aperta polemica su frequenza e “peso specifico” delle convocazioni del Consiglio e ora, assieme alle altre forze politiche di opposizione, sul piede di guerra dopo il rinvio dapprima della commissione che doveva trattare la trasformazione dell’istituto musicale “Angelo Masini” in Fondazione e, in diretta conseguenza, la revoca del dibattito e del voto in aula previsti per ieri. Secondo i “Dem”, ma con loro anche la lista civica “Forlì e Co”, lo stop e lo slittamento “a data da destinarsi”, non hanno alla base questioni “tecniche”, bensì la necessità di evitare lo scontro interno alla maggioranza dovuto all’irrisolta querelle sul nuovo assessore.

«Le divergenze interne per nessuna ragione possono determinare il rinvio del massimo organismo democratico di Forlì, con il riflesso di paralizzare il Comune ed i suoi uffici – scrive il gruppo del Pd –. Da mesi si registra uno stallo politico tale da determinare precedenti e gravi rinvii e da ugual tempo abbiamo contestato l’assenza di argomenti da dibattere nonostante i numerosissimi e significativi dossier che riguardano la città, in ostaggio dell’incapacità di Zattini di governare di quella della sua maggioranza a risolvere i contrasti interni»

Analogo il punto di vista di Giorgio Calderoni e Federico Morgagni di “Forlì e Co”. «Il duplice rinvio è il frutto delle tensioni che da settimane lacerano la maggioranza per ragioni di spartizioni di assessorati e altre cariche – affermano in una nota congiunta -. Nei fatti, la giunta scarica sulle istituzioni le proprie difficoltà interne, in un momento nel quale le tante emergenze sul tavolo richiederebbero invece un forte attivismo».


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