Forlì, Coronavirus: sulle case di riposo in campo anche i Nas

Forlì

FORLI'. L’indagine per verificare eventuali omissioni o reati nelle case di riposo della provincia di Forlì-Cesena, durante l’emergenza coronavirus, va avanti. A luci spente, ma senza intoppi. La Procura di Forlì, guidata da Maria Teresa Cameli, ha messo all’opera sia i Carabinieri della sezione di Pg del palazzo di giustizia, sia i Nas di Bologna. I fascicoli aperti, al momento contro ignoti, sul tavolo dei magistrati sono diversi, almeno 4 o 5, visto che tra esposti, denunce e informative, nel mirino sono finite le gestioni di diverse strutture, a cominciare dalla Zangheri di via Andrelini, a Forlì, fino alla San Lorenzino di Cesena. Finora non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Questo perché gli accertamenti dei Carabinieri mirano proprio a valutare eventuali reati commessi.

Dalle testimonianze dei familiari degli ospiti poi deceduti, e da quelle degli operatori sanitari e dirigenti impegnati nelle case di riposo si cercherà di fare un quadro preciso di come è stata gestita la situazione nel momento più delicato dell’emergenza sanitaria, che ha portato a decine di morti tra gli anziani, e se siano stati attuati tutti i provvedimenti adatti a salvaguardare la vita delle persone e per evitare il propagarsi del contagio. Solo al termine di questo lavoro sarà possibile eventualmente imputare a singole persone le contestazioni rilevate. Altre Procure italiane al lavoro in casi simili riscontrati all’interno delle Casa di riposo ipotizzano i reati di omicidio ed epidemia colposi. Si cercherà di capire se anche in provincia di Forlì-Cesena siano evidenziabili simili omissioni e nel caso si potrà iscrivere nel registro degli indagati i presunti responsabili. O magari archiviare il tutto. La mole di documentazione raccolta viene vagliata oltre che dai Carabinieri della sezione di Pg del Tribunale, che per primi hanno raccolto le testimonianze e gli esposti dei familiari delle vittime, anche dal Nucleo antisofisticazioni di Bologna, chiamato in causa perché competente in questo tipo di situazioni. Un’attività che ormai da quasi due mesi va avanti. Un altro strascico di questa emergenza senza fine.

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