Forlì, commissione d'indagine sui minori in affido

Forlì

Tre ore di caos assoluto, poi alle 20 di ieri sera il consiglio comunale ha assunto una decisione tanto pesante quanto storica: l’istituzione di una commissione consiliare d’indagine sulla rete dei servizi sociali per i minori che opera nel Comune di Forlì e sulle attività degli educatori e degli assistenti sociali. A volerla è stato il centrodestra che l’ha approvata assieme al solo M5S. Pd e lista civica di Giorgio Calderoni non hanno partecipato al voto.
Ne faranno parte gli stessi consiglieri comunali, la cui nomina avverrà, assieme alla definizione del regolamento della neonata commissione, nella prossima seduta del 2 settembre. Lo scopo sarà analizzare come siano strutturate, gestite e svolte le attività di supporto a bambini e ragazzi in situazioni problematiche, con un «faro acceso sugli affidi per dare le maggiori garanzie a tutti i forlivesi e verificare che nel nostro territorio non sussistano situazioni di criticità». Così motiva la scelta il capogruppo della Lega, e suo principale propugnatore, Massimiliano Pompignoli e il riferimento esplicito è all’inchiesta “Angeli e Demoni” che ha investito Bibbiano e i comuni reggiani della Val d’Enza.
Uno shock che ha portato all’istituzione di una commissione d’inchiesta della Regione Emilia-Romagna e che ora per la prima volta porterà a un’indagine interna anche il consiglio comunale. Sì, perché in passato le minoranze proposero altre commissioni d’indagine e nell’estate 2007 anche una sui servizi per minori dopo il caso delle molestie su un bambino affidatogli dal Welfare, ma furono tutte respinte.
Tutti ad augurarsi che l’indagine porti a non evidenziare zone grigie o casi da segnalare alla magistratura e ad assicurare che «la commissione vuole tutelare prima di tutto gli operatori dei servizi sociali», ma in aula è “corrida”, tra accuse di strumentalizzazione e persecuzione mediatica avanzate dal centrosinistra e di timore a cercare la verità, rinfacciate dal centrodestra. E il clima diventa rovente dopo che l’assessora alle politiche per la famiglia, Rosaria Tassinari, dichiara: «Fioccano anche a Forlì le segnalazioni».
Apriti cielo. Il Pd che sino a quel momento aveva detto no perché riteneva più efficace allo scopo la presa in carico della materia da parte della 3ª commissione consiliare, cambia marcia e sorpassa la maggioranza chiedendo, allarmato, che la commissione divenga a quel punto d’inchiesta e non più solo d’indagine. Il suo emendamento, però, non trova sponda nella Lega e lo stesso Giorgio Calderoni non lo vota, restando fermo sull’idea della 3ª commissione. Alla fine passa l’indagine interna del Consiglio. Farà luce su un sistema che nel 2018 ha visto la presa in carico di 287 nuovi casi per un totale di 1.841 minori con 977 situazioni di problematiche familiari. In comunità residenziali ne risultano inseriti 65 (32 casi nuovi) più 10 minori stranieri e in affido familiare 41. La spesa annua per l’inserimento in comunità è di 3,4 milioni di euro, quella per i contributi all’affido di 209mila.

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