Forlì, circoli Arci: crollo nelle presenze degli anziani

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La ripresa dell’attività dei circoli Arci viaggia a due facce. Da una parte la sofferenza di chi svolge attività ricreativa per anziani, che ha visto dimezzate le presenze rispetto al pre-Covid, dall’altra parte quei locali rivolti a frequentatori più giovani che spesso devono “chiudere le porte” quando hanno raggiunto la capienza limite e allontanare altri avventori. I lunghi mesi di chiusura tra lockdown e limitazioni post-lockdown hanno lasciato il segno, ma non intaccato la passione dei gestori: basti pensare che se nel 2020 erano 49 i circoli Arci affiliati a Forlì, quest’anno sono 50. Nessuna defezione, anzi un aumento di adesioni tra Forlì e il comprensorio, nonostante i sacrifici dovuti ai mancati incassi del periodo di chiusura obbligata.

Le motivazioni

Un andamento che è spiegato da Frida Forlivesi, presidente di Arci territoriale Forlì: «I circoli sono ripartiti bene – racconta – anche se dipende dall’attività che viene svolta. Quelli rivolti agli anziani hanno la metà dell’affluenza rispetto al pre-pandemia e soffrono moltissimo. Questo si spiega con il fatto che molti nonnini sono spaventati ad andare in posti al chiuso, altri dopo quasi due anni senza uscire di casa si sono quasi abituati a non farlo, altri ancora con il passare del tempo hanno bisogno di essere accompagnati e non sempre per i familiari è possibile. Per i dirigenti di questi circoli parliamo di locali riempiti per metà, dopo aver già dovuto dimezzare gli spazi a disposizione per le normative anti Covid. Discorso diverso per i circoli che fanno spettacoli, musica, aperitivi, quindi per i giovani: in questi casi c’è un gran movimento e anzi sono sorti problemi con i gestori quando sono stati costretti a mandare via le persone perché altrimenti avrebbero sforato le limitazioni della capienza. In definitiva la situazione è comunque buona, c’è voglia di ripartire».

Il futuro

Una ripresa che deve però trovare continuità, per questo il futuro rimane ancora ricco di incognite. «Le difficoltà più grandi per i circoli – conclude la presidente Arci di Forlì – è trovare l’elemento che attiri le persone, insomma che le convinca a uscire di casa. Penso, ad esempio, alla tombola che ha perso metà delle persone. Per i costi si può pensare agli affitti: pochissimi circoli hanno una sede di proprietà, gli altri sono in affitto, molti fanno capo alla cooperativa Unica: con la cessione del credito sugli affitti, sarebbe uno sforzo che darebbe ossigeno ai presidenti. Molti lo hanno fatto. È presto per pensare a un ritorno alla normalità, però ci sono fattori per pensare in positivo».

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