Forlì, Cgil su rincari: "A rischio la democraticità del Paese"

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«Se il governo non interviene per bloccare l’aumento dei prezzi di energia e materie prime è a rischio la tenuta democratica del Paese». Maria Giorgini, segretaria generale di Cgil Forlì, non ci gira attorno. Guarda il rischio dritto negli occhi, descrivendolo senza edulcorarne la portata. «Se le famiglie non hanno più abbastanza soldi per vivere e il malcontento sociale esplode, allora si crea terreno fertile per gli estremismi di Destra, per le forze neo fasciste».

Il guaio, infatti, come sottolinea subito Giorgini, è che il rincaro di materie prime, carburante, gas ed elettricità attualmente in cima agli onori delle cronache, si somma a un substrato sociale già in fermento per «stipendi e salari bassi e lavoro precario». Il mix diventa esplosivo quando si considera che a risentire degli aumenti «esorbitanti: 138% per l’energia elettrica e 228% per il gas», non saranno solo le famiglie, ma anche le imprese. «A quel punto, se le aziende non riuscissero più a mantenere i livelli occupazionali, si potrebbe tornare a essere costretti a fare ricorso agli ammortizzatori sociali, e si frenerebbe la ripartenza, con effetti drammatici».

Nel Forlivese, «i rincari rischiano di costare alle famiglie 1000 euro in più solo per gas ed energia. A questo si aggiungo i rincari del costo del carburante oramai salito alle stelle, mentre i salari dei dipendenti sono “fermi al palo” e rischiano di scendere ulteriormente, poiché le imprese prevedono un 2022 “nero”».

L’inadeguatezza delle buste paga degli italiani e dei forlivesi non è certo cosa nuova. «Da anni chiediamo l’introduzione di un salario minimo - ricorda Giorgini - e al momento con il ministro Orlando è in corso una trattativa sulla rappresentanza sindacale e sulla cancellazione delle forme di esternalizzazione del lavoro che potrebbero dare risultati molto buoni». Tuttavia, il problema dei rincari, e quindi della tenuta occupazionale e sociale del Paese, secondo Giorgini, «non si risolverà semplicemente alzando gli stipendi». «Se si vuole evitare di fare correre l’inflazione, il Governo e tutte e tutte le istituzioni preposte devono intervenire per garantire, da un lato che gli aumenti previsti non aumentino il disagio sociale e, dall’altro, per definire politiche energetiche nazionali atte a evitare il ripetersi di situazioni analoghe».

L’appello

Preoccupata, la sindacalista si rivolge direttamente al Comune, così come a Hera, in qualità di gestore di energia, affinché intervengano investendo risorse economiche «per scongiurare fermi produttivi per le imprese maggiormente impattate e distacchi di utenze per i cittadini non in grado di pagare bollette dagli importi esorbitanti». «Anche i gestori a partire da quelli maggiori come Hera - spiega - devono fare la loro parte aumentando la possibilità di rateizzare gli importi ed evitando che le famiglie incapienti possano rimanere al freddo e al buio in pieno inverno».


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