Forlì. Cgil: “Caldo e sicurezza, accordi con diverse aziende”

Lavorare con temperature oltre i 35 gradi sta mettendo a dura prova molti lavoratori anche nel Forlivese. Sul tema caldo e sicurezza interviene la segretaria della Cgil di Forlì, Maria Giorgini.

L’ondata di calore che sta interessando il nostro paese aumenta pericolosamente i rischi sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Come sindacato come vi state muovendo?

«Negli ultimi anni il caldo estivo non solo in Italia ma in tutta Europa ha avuto picchi sempre più elevati. I fenomeni climatici estremi sono un’evidenza è importante che le imprese adeguino i piani di valutazione dei rischi e che il Ministero affronti questo problema nella sua complessità, alcune proposte emergono anche in altri paesi, come in Germania dove la DGB sta chiedendo la modifica strutturale degli orari di lavoro nel periodo estivo. In Italia abbiamo scritto una lettera alla ministra dal lavoro Calderone, chiedendo urgenti interventi specifici e una campagna informativa».

Sul nostro territorio qual è la situazione?

«Anche nel nostro territorio ci sono accordi che già strutturano sistemi di protezione. In Bonfiglioli abbiamo concordano la soppressione del turno del pomeridiano e inserito il turno notturno. In Marcegaglia sono state inserite 2 pause di 15 minuti nel turno del pomeridiano. In diverse aziende abbiamo concordato pause, integratori e stanze refrigerate (mensa dove presente o spogliatoi). Alla Alpi di Modigliana si è definita una riduzione del turno di due ore al giorno negli orari più caldi, o nella gomma plastica come all’INFIA dove l’azienda ha previsto pause programmate e su richiesta e rinfrescatori e ventilatori industriali, o in SDT a Cesena dove si è stabilito il turno notturno dove le temperature anche per la presenza di forni industriali prevedevano l’arrivo di 50 gradi. Sono moltissimi gli accordi che si stanno facendo e il punto è di estenderli a tutte le imprese che presentano questi rischi, su questo anche gli enti preposti ci devono aiutare».

Quali sono le vostre richieste?

«Per noi la salute e la sicurezza è il punto più importante e il rischio di stress termico in questi giorni è presente in particolare in edilizia, nell’industria e nel terziario-logistica ma anche in agricoltura e nel turismo. Molte imprese hanno adeguato gli orari, con turni unici anticipati o con pause prolungate. Servono postazioni di riposo climatizzate dove si possano trovare integratori, acqua potabile di libero accesso e sali minerali, una dotazione di vestiario adeguato, oltre che la possibilità di misurare la temperatura. Negli ambienti dove si superano i 35° è possibile attivare la Cassa integrazione ordinaria».

Come possono adeguarsi le imprese?

«Serve non solo una nuova programmazione che tenga conto del rischio termico ma anche investimenti strutturali delle imprese per garantireun microclima adeguato. Molte grandi imprese hanno già avviato un percorso, va aiutata la piccola e media impresa ad andare in questa direzione».

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