Forlì-Cesena, il sistema produttivo tiene ma preoccupa il 2023

Archivio

Il sistema produttivo del territorio di Forlì-Cesena e Rimini nei dati di metà anno, pur con tutte le difficoltà dovute allo scenario generale, fa registrare segnali positivi. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio economico, aggiornati con gli scenari Prometeia commentati ieri in conferenza stampa da Carlo Battistini, presidente della Camera di Commercio della Romagna e da Giuseppe Genovese, capo della filiale di Forlì della Banca d’Italia.

Lo scenario

Molte delle principali variabili economiche, emerge dai dati, risultano in crescita: imprese attive e localizzazioni, produzione e fatturato manifatturiero, volume d’affari delle costruzioni, vendite del commercio al dettaglio, fatturato del settore turismo, esportazioni e presenze turistiche. Lo scenario è accompagnato dalla decisa riduzione delle ore di cassa integrazione, di cui occorre rimarcare il calo di quella ordinaria, ovvero quella più strettamente legata alla pandemia; aumenta, però, la Cig straordinaria, cioè quella maggiormente connessa alle crisi aziendali. Si riscontrano situazioni di difficoltà nel reperimento del personale, soprattutto a tempo determinato, in particolare nei servizi, più accentuate nella provincia riminese, dove il saldo attivazioni-cessazioni risulta essere negativo; positivo, invece, seppur di poco, nella provincia forlivese. Situazione differente, poi, per il credito alle imprese, con un lieve incremento a Forlì-Cesena e una diminuzione a Rimini; fondamentale è stato il supporto del Fondo di Garanzia, che, da un lato, ha permesso il pagamento dei debiti contratti e, dall’altro, ha finanziato la ripresa degli investimenti. In tale contesto si inserisce la netta crescita dell’inflazione che, come a livello nazionale e regionale, può rappresentare un freno alla ripresa. Le ultime stime relative al valore aggiunto per il 2022 sono ancora positive e consentono un sostanziale recupero della situazione pre-covid (2019), ma per il 2023 è prevista una sostanziale inversione di tendenza e in area negativa per tutti i livelli territoriali.

Le richieste al governo

«Lo scenario generale, come ben sappiamo, è complesso. L’impennata dei costi energetici e dell’inflazione incidono in modo grave sul sistema imprenditoriale. È vero che alcune grandi imprese, soprattutto nel settore industriale, quest’anno batteranno addirittura il record nell’export, ma quelle più piccole, in particolare di commercio, ristorazione e servizi sociali, rischiano di non sopravvivere alla crisi energetica – ha dichiarato Battistini –. Il nuovo governo si trova di fronte a grandi sfide; in primo piano, quella di fronteggiare le criticità del sistema economico. Proprio al governo chiediamo che tra le misure anti-crisi che metterà in atto ci sia anche una moratoria sui prestiti, come venne fatto per l’emergenza pandemia. Se le banche vengono messe in condizioni di poter sospendere i rimborsi dei prestiti alle famiglie e alle imprese, queste avranno più liquidità e potranno pagare quello che si spera sia un temporaneo aumento delle bollette energetiche».

Il credito bancario

«Dall’inizio di luglio le condizioni finanziarie sui mercati internazionali sono diventate più tese – ha commentato Giuseppe Genovese –. Per quanto riguarda il credito bancario, dopo l’eccezionale sviluppo del 2020, dovuto lo più agli interventi governativi per contrastare gli effetti economici della pandemia, il 2021 è stato un anno di sostanziale invarianza dei volumi erogati dalle banche alle imprese, mentre nell’anno corrente è ripresa l’attività di finanziamento. Per le province di Forlì-Cesena e Rimini, i dati più aggiornati, riferiti ad agosto, fanno rilevare un andamento dei prestiti bancari alle imprese meno intenso rispetto al dato nazionale e regionale. In merito alla qualità del credito, il tasso di deterioramento dei prestiti si mantiene leggermente superiore al dato regionale».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui