Forlì centro di coordinamento nello studio Fase 1 per la cura dei linfomi

Forlì

FORLI'. L’Istituto tumori della Romagna (Irst) Irccs di Meldola sarà il centro di coordinamento per l’Italia per un importante studio di Fase1 nell’ambito ematologico per valutare la sicurezza e l’efficacia di una combinazione di farmaci mai provata prima nella cura dei linfomi.

Sarà, infatti, l’équipe del gruppo di patologia ematologica guidata dalla dottoressa Sonia Ronconi sotto la direzione scientifica di Giovanni Martinelli, a fare da pilota per le attività dello studio che stanno per prendere avvio e che presto inizieranno anche in altre città italiane come Bologna, Roma e Milano. In particolare, lo studio sarà condotto sotto la responsabilità del dottor Gerardo Musuraca, oncoematologo dell’Irst che seguirà direttamente i pazienti inseriti nel protocollo insieme a Federica Frabetti, study coordinator dell’Unità di biostatistica e sperimentazioni cliniche.

Avviato contestualmente anche in Israele, Australia, Usa, Canada, Francia e Germania, lo studio mira in particolare a valutare la sicurezza e l’efficacia sul paziente dell’utilizzo combinato di due farmaci, il Pembrolizumab e l’anti LAG3, già utilizzati con esiti positivi singolarmente nella pratica clinica in persone affette da linfoma non-Hodgkin (LNH) e linfoma di Hodgkin (LH) che presentino recidive di malattia.

Gli studi di Fase 1 prevedono, infatti, l’utilizzo avanzato di nuovi farmaci o nuove combinazioni di farmaci - che abbiano già dimostrato una validità terapeutica in laboratorio - applicati a quei pazienti altrimenti privi di possibilità di cura. In questa delicata fase dello studio, l’Irst si occuperà di arruolare i pazienti (che devono rispondere a determinati requisiti) attraverso un’attenta valutazione da parte dello specialista e di valutare quale sia il giusto dosaggio di somministrazione in termini di sicurezza e tollerabilità, coordinando le attività anche presso gli altri centri italiani. Obiettivo ultimo della sperimentazione sarà quello di comprendere l’effetto sinergico dei due farmaci sull’organismo umano, nell’ottica di offrire nuove chance terapeutiche a pazienti affetti da linfomi recidivati/refrattari per i quali i trattamenti standard non hanno dato esito positivo.

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