Forlì, caro energia: piscine allo stremo

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«Ci sentiamo abbandonati, completamente». I gestori di palestre e piscine combattono strenuamente la lotta contro i rincari energetici, con «bollette triplicate e utenti dimezzati», sintetizza Maurizio Tassani, titolare della palestra Energy di Meldola, condensando le diverse fattispecie di criticità che tutti i gestori sono chiamati a gestire. «C’è poco da fare - sintetizza - se non hai i soldi, ti staccano la luce e il gas e quindi chiudi, altrimenti paghi». Un semplicismo, forse, che disegna però i contorni entro cui può manifestarsi la libertà di movimento dei gestori, che come Alessandra Fantini, responsabile della piscina di Forlimpopoli, possono «al massimo abbassare un po’ il riscaldamento dell’acqua e dell’ambiente». Poca cosa, quindi, rispetto all’importo delle utenze. Che dai 100mila euro dell’ultimo anno, secondo i calcoli di Fantini, passano a «160mila, il 60% in più». Soldi che, si chiede la donna, «dove li tiriamo fuori? Aumentare il costo ai clienti è fuori discussione».

Una strategia più concreta per limitare i danni l’ha messa in pratica Mattia Rossi, responsabile della piscina di Forlì, che spiega di aver deciso di tenere aperta al pubblico solo una delle due vasche al mattino, consentendo l’accesso a entrambe solo nel pomeriggio. «Con il 40% di utenza in meno per colpa del Covid e le bollette raddoppiate era il minimo». Il caro bollette, infatti, rischia di devastare il bilancio di tutti gli impianti sportivi, chiamati a fare i salti mortali per non andare in perdita e mantenere le attività aperte.


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