Forlì. Carburanti, il pieno aumenta in media di 40 euro

Il prezzo medio della benzina, ma anche del gasolio, schizza oltre i 2 euro come effetto dei rincari dei mercati legati al conflitto in Ucraina. La buona notizia, per così dire, è che nel fine settimana non sono previsti ulteriori aumenti dei costi dei carburanti. «Sono i primi giorni in cui non saremo costretti ad alzare, di nuovo, i prezzi – dice Fausto Lambruschi del distributore Tamoil in viale Bologna -, questo dopo ben otto giorni di fuoco dove benzina e gasolio sono cresciuti di 0,40 centesimi. Al metano è andata peggio, addirittura si è arrivati anche a 3,90 euro al litro». La soglia psicologica dei 2 euro al litro è stata superata già da qualche giorno ma le preoccupazioni restano. «Ci sono stati tempi migliori – prosegue Lambruschi –. Il lavoro un po’ è diminuito, anche se abbiamo notato che tanti dei nostri clienti che hanno auto a metano stanno optando per il rifornimento di benzina. Quanto si potrà andare avanti così, però, non lo sappiamo e ce lo stiamo chiedendo tutti». Facciamo i conti. Se fino a qualche settimana fa, prendendo a riferimento il distributore Tamoil in viale Bologna dove la benzina adesso costa 2,098 euro al litro e il diesel 2,158 euro, per una utilitaria il pieno ammontava a circa 60-70 euro, ora è schizzato a 100-110 euro. Stessa cosa per un camioncino impiegato per lavoro. Otto giorni fa il pieno costava 100 euro, adesso 150 euro. «Stando alla matematica, la spesa per chi lavora raddoppia ed è impensabile che un operaio o chi svolge un turno di notte raggiunga il proprio posto di lavoro in bicicletta – sottolinea Lambruschi –. Il vero problema sono le accise che incidono parecchio sul prezzo finale, è su questo che bisogna intervenire. Per fare un esempio: su un pieno di benzina da 100 euro di benzina, circa 68 euro vanno allo Stato. Già nel 2014 il prezzo del petrolio ha toccato i 130 dollari al barile, ma la benzina al massimo è arrivata a costare 1,75 euro e il gasolio 1,50 euro. Ora è proprio il diesel ad avere un prezzo più alto, nonostante le accise inferiori. E’ la prima volta che accade». E’ chiaro che è allarme per il caro carburante, questo spaventa famiglie e imprese ma anche le scuole guida. «Nel nostro piccolo, con due vetture su strada che percorrono in media 80mila chilometri l’anno per insegnare a chi si accinge a prendere la patente, significa una spesa annua di più di 3mila euro solo per il carburante – fa presente Mauro Fabbri della Nuova Abc –. A ciò vanno aggiunte le spese di acqua, luce e gas, anche queste schizzate in avanti. Per il momento non siamo intervenuti sul nostro listino prezzi, ma non escludo che questi possano essere ritoccati visti i rincari o se la situazione attuale non rientra. Sarà un disastro, considerato che già adesso per ottenere la patente si spendono tra i 900 e i 1.000 euro».

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