Forlì, Bonetti a Glasgow: "Anche il bla bla bla in fondo è utile"

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«Un po’ di “ba bla bla” serve. Ha ragione Greta? “Sì” e “no”». Direttamente da Glasgow, la 28enne forlivese Giulia Bonetti racconta al Corriere Romagna la quotidianità della Cop26. Selezionata dall’istituto McKinsey come una delle Next generation women leader, le donne leader del domani, Giulia si occupa da anni di tematiche ambientali, del cambiamento climatico e delle energie sostenibili. Oltre al lavoro come contract manager in Unione europea, la 28enne ricopre il ruolo di redattore capo presso la Universal versatile society, organizzazione accreditata al Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, per cui cura la realizzazione di un notiziario che viene pubblicato settimanalmente sul canale Youtube “Weekly world climate change news”, coordinando un team di 40 volontari localizzati in ogni parte del mondo. «Io accedo come osservatrice – spiega Bonetti, atterrata in Scozia lo scorso week end per prendere parte ai convegni che potrebbero definire le sorti del pianeta – posso seguire gli incontri che più mi interessano, rendermi conto di quelli che saranno gli obiettivi messi a segno nei prossimi anni». Dopo il Covid test e i controlli all’ingresso, Giulia Bonetti entra a tutti gli effetti alla Cop26, dove «i grandi del mondo si incontrano per definire le strategie da usare per ridurre i rischi e invertire il processo di cambiamento climatico». «Quello che più mi ha colpito – racconta – è la dimensione umana a cui è orientata tutta la contrattazione: essendo una conferenza sulla climate change (cambiamento climatico, ndr) pensavo che il focus fosse strettamente scientifico, invece in tutti i modelli viene considerato il ruolo delle persone, con grande accento all’inclusività e all’empatia. Questo è un grandissimo passo in avanti rispetto alle negoziazioni del passato». Agli occhi della forlivese, la Cop26 non si presenta quindi solo come elogi, congratulazioni e strette di mano. «Hanno ammesso i piccoli e i grandi fallimenti del passato – racconta l’attivista per il clima – ed è stato riconosciuto il ruolo della fiducia, indispensabile perché le transizioni e i cambiamenti avvengano. Un altro aspetto nuovo rispetto al passato è stato riconoscere la necessità di includere categorie fino a oggi emarginate come le donne e i giovani. Per cambiare le cose è necessario che tutti collaborino, e se questo può sembrare scontato, fino a oggi non lo è stato». Evitando di entrare nel dettaglio dei modelli scientifici elaborati e presentati in conferenza, Giulia sottolinea l’importanza delle parole dell’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama: «Ieri (martedì, ndr) ha detto che ci stiamo muovendo troppo lentamente sulla questione del clima, che le persone sono allineate e che bisogna agire». «Se aspettiamo ancora – continua la forlivese riportando le parole di Obama – il prossimo tornado saranno le persone, perché i cambiamenti climatici stanno causando stress su grandi masse di popolazione, rendendo molti ambienti inabitabili, e acuendo l’aggressività delle persone». Riflettendo su quello che è stato fino a ora, sugli accordi siglati nella storia, «in effetti - dice Giulia, “citando” Thunberg - ci sono stati un po’ di “bla bla bla”, perché non prevedevano scadenze e sanzioni. Ma quei “bla bla “bla” hanno permesso di definire obiettivi e risultati, e discutere quello che è stato fatto è altrettanto importante. Quindi, il “bla bla bla” un po’ è servito. E poi la Cop non è ancora finita».

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