Forlì, blocco licenziamenti: salvi mille posti con la proroga

Il settore delle piccole medie imprese tira un sospiro di sollievo. Almeno fino al 31 dicembre, con la proroga del blocco dei licenziamenti, circa 1000 posti di lavoro nel territorio di Forlì-Cesena sono salvi.
«Un tassello importante che ci consente di scongiurare le forti preoccupazioni che avevamo – afferma la segretaria della Cgil, Maria Giorgini -. Non solo, con il decreto 146 del 21 ottobre, per le medie piccole imprese sono state rinnovate altre 13 settimane di cassa integrazione e altre 9 per le imprese del tessile, abbigliamento e confezioni». Una manovra attesa dal sindacato, tanto più che da gennaio 2021 fino allo scorso luglio solo nella provincia di Forlì-Cesena sono state utilizzate complessivamente 7 milioni 854 mila 675 ore di cassa integrazione, dato addirittura di tre volte superiore rispetto allo stesso periodo del 2010, anno segnato dalla grande crisi economica. «Certo, la ripresa è in corso ma non è consolidata – aggiunge la segretaria della Cgil -. Da qui alla fine dell'anno è necessario approvare una riforma universalistica sugli ammortizzatori sociali, dobbiamo gettare le basi per il 2022 e fare in modo che il lavoro venga tutelato. È necessario ora dare un supporto al mondo delle imprese, in un momento in cui le materie prime non arrivano e i costi di essi sono alti. È evidente che la pandemia non è finita e si rischia di innescare una crisi nella crisi».
La sigla sindacale rivendica anche altri traguardi raggiunti con l'approvazione del decreto “Fiscale”. «In primis, per tutto il 2021 il periodo che i lavoratori trascorrono in quarantena viene riconosciuto, quindi pagato, come malattia e con effetto retroattivo – sottolinea Giorgini -. Inoltre, i congedi parentali sono retribuiti al 50% per i lavoratori dipendenti e autonomi con figli minori di 14 anni in caso di sospensione della didattica, situazione che purtroppo sta ricominciando a verificarsi anche qui. Step fondamentali che si aggiungono all'approvazione del pacchetto salute-sicurezza, specie quando abbiamo constatato che il rilancio del lavoro non andava di pari passo con la sicurezza». Una prima risposta è arrivata, ora, però è necessario guardare al futuro.
«Sia ben chiaro, quello ottenuto fino a qui è un risultato importante ed una prima risposta alle emergenze – conclude Giorgini –. Da un lato serve ancora tutelare lavoro e imprese fino a che i mercati non siano più sicuri anche con una riforma sugli ammortizzatori sociali, diversamente il rischio di perdere occupazione e professionalità è concreto. Dall'altro occorre cogliere bene le opportunità del Pnrr e, visto che stiamo vivendo ore di tensione, superare la legge Fornero con una riforma delle pensioni che dia risposte concrete ai lavoratori».

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