Forlì, bici vandalizzate in stazione: "Costretti a usare l'auto"

Archivio

«Io per prima, e la società in generale, si dice impegnata per favorire la mobilità sostenibile, ma poi nei fatti ci si ritrova costretti a usare l’auto». Nadine Finke, referente di Parents for future Forlì, racconta con indignazione il tentativo, finora fallito, di permettere alla figlia di 14 anni di andare a scuola utilizzando i bus oppure la bicicletta. «Gli autobus sono sempre pieni, così io e mio marito abbiamo consigliato a nostra figlia di utilizzare una bici, da tenere legata al capolinea della stazione dove dovrebbe fare il cambio del bus, in modo da impiegarla per raggiungere le aule in cui fa lezione di giorno in giorno, visto che frequenta il liceo musicale. Peccato che la soluzione della bici non sia stata praticabile, visto che dall’inizio dell’anno scolastico è stata vandalizzata più volte, fino ad arrivare a pestarne le gomme, distruggendole completamente». «Se non l’hanno rubata - puntualizza la mamma indignata - è solo perché era legata con una catena spessissima». «Subito dopo la prima settimana le avevano già rubato la sella, - racconta - così l’abbiamo fatta saldare, in modo che non la rubassero più, e poi le hanno rubato il campanello, l’hanno presa a calci e infine le hanno schiacciato le gomme». Nadine e il marito hanno quindi cercato insieme alla figlia altre postazioni per legare la bici, «ma una valeva l’altra - dice avvilita la donna - la devastazione era ovunque: catene tagliate, gomme divelte dappertutto».

Attivista per il clima

Per Nadine Finke, quello della mobilità sostenibile è un argomento di estrema importanza. Per questo, oltre alla rabbia di vedere perennemente danneggiata la bicicletta della figlia, «così come tutte le altre bici parcheggiate in stazione, purtroppo», soffre anche per l’impossibilità di mettere in pratica un principio a cui tiene profondamente. «Quello di una vita quotidiana improntata al rispetto dell’ambiente, ispirata alla consapevolezza di dover invertire il processo del cambiamento climatico». «È frustrante - spiega la donna- i mezzi pubblici non sono affidabili, perennemente affollai e in ritardo, ma se ci si sposta in bici non la si può lasciare parcheggiata in sicurezza. Se tutti potessimo muoverci in maniera sostenibile ne acquisteremmo in salute, e per i giovani stessi potersi spostare in bici è un valore importante. Lo è anche per mia figlia». Nadine però non ha perso tutte le speranze. «Sono convinta - dice - che le soluzioni esistano. Ad esempio, perché non realizzare un deposito per bici, magari gestito da una cooperativa?».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui