Forlì, appello a Conte. "Molte attività rischiano di chiudere"

Forlì

FORLI'. "Ci sono commercianti, artigiani, ambulanti, un popolo intero di partite IVA, persone abituate a
sostenere l’Italia tutta, che non si sono mai interessate di paracaduti o ammortizzatori sociali ma
hanno sempre e solo pensato a lavorare, pagare le tasse e consentire a se stessi e ai propri cari di
vivere dignitosamente". Comincia così una lettera sottoscritta da una trentina di assessori alle attività produttive tra i quali anche la forlivese Paola Casara e spedita al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La preoccupazione è dovuta ai riflessi economici causati dall'emergeza Covid.
"Oggi queste persone hanno bisogno di un aiuto concreto da parte dello Stato: contributi a fondo
perduto, una minore pressione fiscale e sostegno immediato per pagamento degli affitti. Queste attività non possono sopportare un periodo di chiusura così prolungato per questo tutti noi ci uniamo alla loro richiesta e chiediamo di riaprire. Riaprire con tutte le prescrizioni che il Comitato Tecnico Scientifico suggerirà e che il Governo tradurrà in norme da rispettare, ma riaprire, restituendo nuovamente quella dignità che li ha sempre contraddistinti, che ha contraddistinto il loro impegno e quello dei propri collaboratori".

L'appello continua. "Glielo chiediamo come assessori comunali, come rappresentanti del mondo istituzionale più prossimi alla voce del cuore e dei cittadini. Facciamo diventare il discrimine non tanto l’appartenenza ad un settore piuttosto che ad un altro, ma la capacità di garantire o meno il rispetto di quelle norme di sicurezza necessarie per prevenire una seconda ondata di contagio. Diamo subito regole certe, chiare e uniformi a cui le varie realtà dovranno attenersi e consentiamo loro di adeguare i locali. Chiediamo inoltre ulteriori trasferimenti agli Enti locali affinché ogni Amministrazione possa avere risorse a disposizione per aiutare le attività produttive e i lavoratori che vedranno diminuire drasticamente le loro entrate. I Comuni non possono farcela con risorse proprie, le minori entrate avranno ripercussioni sui servizi per i nostri territori senza interventi da parte dello Stato. Riveda la road map Presidente Conte altrimenti migliaia di attività, frutto del sogno, della passione e della competenza di altrettante donne e uomini, chiuderanno prima del 18 maggio o del primo giugno".

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