Forlì. Adeguamento Irpef, slitta la manovra per nuove esenzioni

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E’ una sorta di proprietà commutativa applicata alla fiscalità locale. In questo caso non cambia l’ordine degli addendi, bensì la suddivisione degli scaglioni dell’addizionale comunale Irpef, ma per le casse municipali il risultato finale, sostanzialmente non muta.

Ieri in commissione consiliare l’assessore al Bilancio, Vittorio Cicognani, ha presentato l’adeguamento delle fasce reddituali, e delle aliquote ad esse applicate, alla legge statale di bilancio approvata dopo che il consiglio comunale forlivese, a dicembre, aveva varato la manovra finanziaria cittadina. In questa, entrata in vigore con l’inizio del 2022, erano previsti 5 scaglioni sulla cui base applicare l’addizionale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, poi però il Parlamento ha approvato la propria legge, sovraordinata, fissando 4 scaglioni anziché 5 e Forlì, che negli ultimi anni si è sempre adeguata a quelli nazionali, ora deve adattarvi i propri.

Cosa cambia? Poco nella sostanza perché «su un gettito previsto di 10,5 milioni di euro per l’anno in corso, le nostre previsioni con i nuovi scaglioni e le nuove aliquote portano a stimare un introito persino inferiore, ma di appena 9mila euro» spiega Cicognani. Per i cittadini le differenze saranno minime. «C’è chi si troverà a pagare un massimo di 2 euro in più l’anno, ma anche chi gli stessi due euro li risparmierà».

Come cambia l’Irpef

Il Bilancio 2022 del Comune prevedeva 5 fasce mantenendo l’esenzione per i redditi inferiori a 15mila euro. Per i primi 15mila euro aliquota dello 0,55%, fascia 15-28mila con addizionale allo 0,60%, poi lo 0,78% sino a 55mila euro, lo 0,79% sino a 75mila e lo 0,80% oltre questa soglia. Adesso si applicano le fasce introdotte dalla legge nazionale di bilancio. Le prime due restano inalterate: sino a 15mila euro con la stessa aliquota (0,55%), dai 15 ai 28mila con aliquota allo 0,60%. Il terzo scaglione non sarà più da 28mila a 55mila euro, ma solo fino a 50mila. L’aliquota applicata rimane, comunque, quella dello 0,78%. Eliminata del tutto la fascia oltre i 75mila euro (ossia la quinta), ne resta solo un’ultima che scatta dai 50mila euro di imponibile in su. «A questa, applicheremo lo 0,79%, esattamente come in precedenza per lo scaglione 55-75mila euro – spiega Cicognani – e di conseguenza per l’ultima fascia l’addizionale cala dello 0,01%».

Il consigliere di “Forlì e Co”, Giorgio Calderoni considerando le attuali difficoltà per le famiglie, chiede però di alzare la fascia d’esenzione a 17-18mila euro e applicare alla fascia sopra i 50mila, l’aliquota dello 0,80%. Il Comune, che ha ricevuto l’avvallo dei sindacati, non lo farà, almeno per ora.

«Le simulazioni sono fatte sui redditi 2019 – spiega Maria Pompea Rossini del Servizio tributi – aspettiamo le dichiarazioni 2020 che risentono del Covid, per capire che margini ci saranno per fare una manovra complessiva correttiva: ora metteremmo in difficoltà gli equilibri di bilancio».

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