Forlì: “Abbiamo tolto il fango da soli dalle case e nessuno ci dice come rimuoverlo”

L’alluvione ha colpito duramente zone molto popolose di Forlì, come Romiti e San Benedetto, ma anche in aree più periferiche hanno subito danni e qui ci sono famiglie che ancora combattono con la ripresa e la sistemazione del territorio. E’ il caso di parte dei residenti di via Zignola, a Villanova, dove gli accumuli di terra e fango ai lati della carreggiata e del canale rimangono lì da settimane a testimonianza della gravità di quello che è passato, ma sono anche un allarme costante per eventuali altre precipitazioni. Una zona a diretto contatto con Canale Emiliano Romagnolo e fiume Montone, i cui resistenti chiedono aiuto, o almeno indicazioni su come comportarsi per rimuovere gli accumuli, senza finora trovare una soluzione.

«Quello che immaginavamo è successo, vale a dire l’emergenza non è finita, ma i riflettori si sono spenti – racconta Laura Puggioni, una residente –. Io abito in via Zignola, la strada della Zanussi, vicino alla ferrovia. L’area di riferimento è l’area artigianale di Villanova e tutta l’altra parte della ferrovia dove ci sono via Cassirano, il continuo di via Zignola e quelle strade che poi portano verso Russi. Ci troviamo nelle campagne e non siamo stati considerati neanche all’inizio dell’alluvione, visto che non abbiamo mai visto Protezione civile o vigili del fuoco. Capiamo che tutto si sia concentrato nei quartieri più popolosi e disastrati, però con il fatto che l’inizio di via Zignola fosse pulita, ha fatto sì che si pensasse che qui fosse un’isola felice, invece era il contrario. Adesso io e i miei vicini non sappiamo più a chi rivolgerci perchè continuiamo ad avere la problematica dei fossi pieni, ad ogni minima pioggia l’acqua non riesce più a scolare nella terra e arriva alla strada. Abbiamo montagne di terra e motta ai bordi dei fossi e della strada che nessuno viene a raccogliere. Il Comune aveva iniziato a pulire i tombini pubblici, ma si è dovuto fermare perchè essendoci montagne di terra non possono proseguire, mentre i tombini nelle nostre proprietà li abbiamo fatti pulire a nostre spese, ma con la pioggia questa terra ritorna a sporcarli. Abbiamo telefonato al Comune, capiamo che ci siano zone rosse, però dopo un mese non possiamo essere ancora in queste condizioni, ci sarebbe bisogno di più braccia. Intanto Comune e Consorzio di bonifica si rimpallano la responsabilità su a chi tocchi la rimozione».

Una zona colpita fin dalla prima ora: «L’acqua è arrivata intorno all’1.30 della notte tra martedì 16 e mercoledì 17. L’elettricità era già andata via dalle 22, quindi eravamo alla luce delle candele – ricorda Laura –. Io essendo al piano terra mi ero già spostata al piano superiore dai miei vicini. Fuori di casa in breve tempo l’acqua ha raggiunto un metro e mezzo ed è scesa solo il giovedì mattina. Non sentivamo nessuno, poi abbiamo saputo che all’inizio di via Zignola non c’era nulla e quindi il disastro riguardava la nostra porzione di territorio, una cinquantina di case».

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