“Ford v Ferrari”: Peter Arpesella con Matt Damon e Christian Bale

Rimini

La pellicola di “Ford v Ferrari” è pronta a illuminare gli schermi dei cinema italiani. Tradotto dall’americano in “Le Mans ’66 - La grande sfida”, il film d’azione basato sulla competizione tra le case automobilistiche Ford e Ferrari farà ingresso domani sera nelle sale cinematografiche del Belpaese. Al fianco di Matt Damon e Christian Bale, vedremo recitare Peter Arpesella, riminese d’origine oggi “trapiantato” in America, discendente della famiglia che rese il Grand Hotel di Rimini il simbolo di un’era e di una filosofia segnate anche dalle sceneggiature e le immagini di Federico Fellini.
Peter, quale crede possa essere la reazione del pubblico italiano alla pellicola firmata da James Mangold?
«So che la prima a Roma della settimana scorsa ha già riscosso un buon successo. Il film ha ottenuto il plauso sia del pubblico che della critica, che ha apprezzato l’alto livello di realismo del film. Personalmente, ritengo che il regista abbia avuto il coraggio di osare, e sia stato ripagato del rischio assunto. Mangold ha scelto infatti di limitare al minimo gli effetti speciali e questo ha attribuito alle scene un alto grado di realismo, stimolando anche le performance degli attori. Solo per fare un esempio, quando Christian Bale nei panni di Ken Miles guida la Ford in pista affrontando curve vorticose è tutto vero, non c’é né stuntmen né finzione di alcun tipo. Tuttavia, sono convinto che il successo del film sia legato principalmente alla “potenza” della parte umana, che gioca un ruolo determinante nella narrazione delle vicende. Un aspetto, questo, che rende il film adatto a un pubblico eterogeneo, ben più ampio della platea degli appassionati di auto da corsa».
Cosa ha significato per lei fare parte del cast “Ford v Ferrari”?
«Per me è stato un grande onore. In qualità di attore è stato bello fare parte di questa creazione, che mi ha permesso di recitare al fianco di grandi professionisti come Christian Bale e Matt Damon. Inoltre, il tema del film, ovvero la competizione per la supremazia tra due case automobilistiche come Ford e Ferrari, è stato affrontato da una prospettiva umana davvero profonda, e ciò mi ha saputo davvero “rapire”, andando ben oltre le mie aspettative».
Spostandoci al panorama riminese, lei e la sua famiglia come avete reagito alla notizia dell’intitolazione dei giardini del Parco del mare a Pietro e Marco Arpesella?
«Abbiamo appreso la notizia attraverso i giornali, e ne siamo stati sinceramente felici. Per me e mia sorella Lavinia è un grandissimo onore e una grandissima soddisfazione, perché il papà e il nonno li sentiamo ancora molto vivi dentro di noi. Siamo grati alle decisioni del sindaco Gnassi e dell’amministrazione».
I giardini intitolati agli Arpesella sono proprio quelli in corrispondenza del tratto di lungomare in cui un tempo sorgeva l’Italy and Italy, il “fast spaghetti” ideato da suo padre che poi cedette il posto al Mc Donald’s. Crede si tratti di una mera coincidenza o immagina che ci sia un legame più profondo?
«Non sono a conoscenza dei processi decisionali che hanno portato l’amministrazione a prendere la decisione di intitolare i giardini alla mia famiglia, ma immagino che non sia un caso. Il Grand hotel è stato uno dei motori trainanti del turismo riminese e anche l’Italy and Italy ha contribuito a costruire l’immagine della Rimini “che fu”, quella che popolò l’immaginario collettivo della fine del secolo scorso. Se si fosse trattato di un’altra piazza o di un altro giardino non avrebbe avuto lo stesso significato. Inoltre, i giardini sono parte integrante del processo di sviluppo della spiaggia, accordandosi proprio a un modello di lungomare che mio nonno aveva ideato, immaginato e indicato con un plastico, circa 20 anni fa. Siamo orgogliosi delle innovazioni che stanno avvenendo a Rimini, in continuo sviluppo ed evoluzione. Complimenti a tutti».

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