Finite le risorse annuali: attingiamo già da quelle del 2022

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Il 13 maggio sono finite le risorse degli italiani. Fino al prossimo 31 dicembre le chiederemo in prestito al prossimo anno.

A valutarlo è stato il Global footprint network, un’organizzazione internazionale che valuta l’impronta dell’uomo sul Pianeta. Cadrà invece proprio il 24 maggio il Giorno del sovrasfruttamento della Terra, che indica per ogni anno la data in cui l’umanità ha finito di consumare tutte le risorse che il nostro pianeta è in grado di produrre in quell’anno.

Lo studio valuta diversi consumi, tra cui alimentazione ed energia. È andata meglio nel 2020: l’Overshoot day ricadeva il 14 maggio. Nel 2019 era stato il 2020.

Ma quali sono quest’anno i Paesi che consumano di più?

Il giorno del “non ritorno” è stato il 9 febbraio nel Qatar e il 15 febbraio nel Lussemburgo. Il 9 marzo è stato negli Emirati Arabi Uniti. Negli Stati Uniti d’America è accaduto una settimana dopo, il 14. Germania e Francia hanno già esaurito le risorse rispettivamente il 5 e il 7 maggio.

Meno sprecona dell’Italia è il Regno Unito (il 19 maggio). Il 25 sarà invece il giorno della Spagna. Il 7 giugno è la volta della Giornata per la Cina, il 27 luglio del Brasile. Il Paese che esaurisce le risorse in modo più lento al mondo è, invece, l’Indonesia (il 18 dicembre).

È negli anni Novanta che viene introdotto il concetto di impronta ecologica, grazie a due studiosi, Mathis Wackernagel e William Rees, nel libro “Our ecological footprint: reducing human impact on the earth”. I due poi fondarono proprio il Global Footprint network. Secondo questa organizzazione, nel 2017 il 72% delle persone in tutto il mondo viveva in Paesi con deficit di risorse naturali e reddito inferiore alla media mondiale. Nel lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Sustainability, emerge come per mantenere il progresso ed eliminare la povertà, i Paesi hanno bisogno di risorse biologiche sufficienti all’interno del loro paese per corrispondere alla loro impronta ecologica, o di denaro per acquistare in modo competitivo ciò di cui hanno bisogno sui mercati esteri. Quando nessuna di queste due condizioni viene soddisfatta, i Paesi possono finire nella trappola della povertà ecologica, una situazione in cui le risorse biologiche del Paese sono insufficienti per fornire cibo, fibre, materiali da costruzione e per ridurre le emissioni. Sono stati confrontati e controllati i Paesi in base al loro prodotto interno lordo pro capite e al deficit ecologico (la quantità di risorse biologiche che consumano in eccesso rispetto a quanto i loro ecosistemi possono rinnovare) tra il 1980 e il 2017. Gli autori hanno scoperto che la percentuale della popolazione mondiale che vive in un Paese con un deficit di risorse e un reddito inferiore alla media mondiale è passata dal 57% nel 1980 al 72% nel 2017. Inoltre, il deficit ecologico mondiale è passato, nello stesso periodo, dal 19% al 73%.

Le biblioteche dell’Emilia-Romagna studiano le politiche della sostenibilità. Dal 25 maggio partirà infatti il percorso formativo “Biblioteche e agenda 2030. Iniziare a progettare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile” della durata di 8 ore. L’Agenda 2030, approvata dall’Assemblea generale dell’Onu il 25 settembre 2015, ha i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile relativi a tutte le dimensioni della vita umana e del Pianeta. Ma in che modo le biblioteche contribuiscono al perseguimento degli obiettivi? Per l’Ifla, l’International Federation of Library Association (la Federazione internazionale delle associazioni delle biblioteche), si tratta di istituzioni chiave per perseguire questi obiettivi. Scopo del corso, spiegano gli organizzatori dell’Aib Emilia-Romagna, è di offrire esempi di come l’Agenda 2030 può declinarsi nella programmazione delle attività bibliotecarie e consentire di muovere i primi passi nell’elaborazione di progetti che coinvolgano le biblioteche nelle quali si opera. Sono quattro gli incontri: due frontali (con Google meet) e due esercitazioni pratiche. Docente Anna Bernabè, consigliere del Cer Aib Emilia-Romagna, bibliotecaria presso il Sistema Bibliotecario d’Ateneo dell’Università di Ferrara e dottoranda in Culture Letterarie e Filologiche presso l’Università di Bologna. In biblioteca si è occupata di catalogazione e servizi al pubblico, con particolare attenzione alla gestione dei fondi ‘speciali’.

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